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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Don Oriuone ad Anzio, il 24 settembre 1938, con Paolo Sportello in abito bianco,

San Luigi Orione fu ad Anzio nel 1927. Da 90 la Congregazione di Don Orione è ad Anzio e da 40 la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù svolge il suo servizio pastorale e caritativo. Queste ricorrenze hanno motivato la ricostruzione di una nota storica che collega i tanti eventi e protagonisti susseguitisi in questo cantuccio vicino al mare.

Il Comune di Anzio (Roma) ha intitolato una Via a San Luigi Orione perché il nome del Santo è familiare e benemerito, religiosamente e civilmente, nella bella e antica Città del litorale. L’atto ufficiale di intitolazione e benedizione avvenne il 17 maggio 2009, in occasione della festa del Santo.[1]

La relazione di Don Orione con la città di Anzio risale al 1927, quando Don Orione era entrato in amicizia con un ricco costruttore di Anzio, il commendatore Paolo Sportello. Egli si era presentato all’Istituto San Filippo di Roma per parlare di situazioni della sua famiglia e per proporre di aprire un orfanotrofio ad Anzio.

Don Orione accolse di buon grado l’idea di una simile iniziativa. Accompagnato da Don Giuseppe Fiori, direttore dell’Istituto San Filippo, fece una prima visita già nel 1927, dopo essere passato a invocare la Madonna del Buon Consiglio a Genazzano. “Ad Anzio – scrive Don Fiori – andammo a visitare il comm. Sportello e la sua Signora, una Altobelli, sorella di Maria Altobelli.[2] Don Orione poté vedere il luogo ed ascoltare le proposte del comm. Sportello... Si convenne per il solo piano terra”.[3]

Si iniziò umilmente, con pochi ragazzi. “La chiesina fu terminata per la festa del Sacro Cuore (1928) e il venerato Mons. Pascucci ci regalò la statua  che è ancora nella nicchia dell’altare”.[4]  Ne diede l’annuncio: “Anzio (Roma) Colonia Marina Sacro Cuore per orfani poveri presso Comm. Sportello. Zona Semaforo”.[5]

Il primo gruppetto di bambini bisognosi fu ospitato in una parte della villa del Commendatore già nel 1928; ebbero per primo assistente il diacono Giuseppe Pollarolo; poi giunse Don Romolo Camilloni. La direzione della casetta fu affidata a Don Giuseppe Fiori, già direttore dell’Istituto S. Filippo di Roma, mentre alla cura dei bambini provvedevano le Suore di Don Orione.


All’origine di questa donazione ci fu un tragico episodio nel quale il comm. Sportello vide un particolare intervento della Divina Provvidenza, una grazia. Mentre lui e i suoi operai stavano lavorando per l’Italcable, presso la ferrovia, un vagone deragliato travolse le alte impalcature facendo tutti precipitare a terra. Nei terribili istanti in cui precipitava insieme agli operai – raccontò poi Paolo Sportello - invocò la grazia al Sacro Cuore di Gesù. Lui e gli altri rimasero miracolosamente illesi, tanto che di lì a poco poterono riprendere i lavori. Come ringraziamento, fece costruire una Cappella e pensò di donare a Don Orione, che già aveva conosciuto nella parrocchia ad Ognissanti a Roma, la sua villa per farne un’opera di bene.

Tra il ricco impresario e il santo della carità si aprì un devoto e fraterno legame. Don Orione fu ad Anzio più volte, per vedere il comm. Sportello e la sua villa e per meglio organizzare l’accoglienza degli orfani. Ne troviamo traccia nel Diario dell’Istituto Divin Salvatore di Via delle Sette Sale di Roma e nella corrispondenza stessa di Don Orione.

È del 27 giugno 1929, l'atto autografo con cui Paolo Sportello mise a disposizione di Don Orione parte della sua villa e il terreno circostante.

"Reverend.mo Don Orione, Come da verbale intese ceto a V. Rza la Cappella ed i locali annessi sino al piano terreno con l'area circostante fra via Neviorch strada privata, in zona Larghi di Anzio, per farne quel bene che Ella crederà a pro della Santa nostra Religione con gli obblighi da parte loro già espressi e combinati tra me e il reverendo Don Fiore in un colloquio in Roma. La costruzione dei locali terreni spero terminarla entro l'anno 1929 e a suo comodo stipulare regolare contratto di cessione e convenzione. Con distinti ossequi la riverisco. Di lei devotissimo servo Paolo Sportello. Anzio 27 giugno 1929".

A dire il vero, Don Orione dovette superare una certa sua resistenza interiore nell’accettare la donazione perché, come troviamo scritto nel Verbale delle riunioni della Congregazione del 15 agosto 1929, affermò: “Non ho un grande entusiasmo per quella Casa, perché sono stato alla scuola di Don Bosco, che piangeva ogni qualvolta si doveva aprire una Casa sul mare”. [6]

Il direttore, Don Giuseppe Fiori, valido collaboratore di Don Orione, intuendo il valore di una casa in quella località, si mise all’opera con bontà ed energia per tutto bene organizzare portandola ad essere dopo un paio d’anni e portarlo ad essere un fiorente e stabile Istituto di Orfanelli con 40 bambini, maestri e scuole interne. Durante l’estate, continuò a servire anche come colonia marina a beneficio degli orfanelli di città. La gente e le autorità cittadine, guardarono subito con compiacenza a quell’Istituto che presto godette della simpatia e dell’aiuto di tante persone buone.

Restò memorabile la festa dell’Istituto Sacro Cuore celebrata presso la Cappella dell’Istituto il 7 luglio 1929. La festa fu fissata nella prima domenica di luglio, perché corrispondente al tempo in cui il comm. Sportello ricevette la grazia insigne di avere salva la vita insieme con i suoi operai. Essa costituì di fatto l’inizio ufficiale e la presentazione alla Città di quella nuova benemerita istituzione di carità.

Ai piedi della bella statua del Sacro Cuore di Gesù, dono di Mons. Francesco Pascucci, Segretario generale del Vicariato di Roma (1870-1945), si raccolsero gli orfanelli e il popolo del rione circostante. In un articolo, apparso nel Bollettino La Piccola Opera della Divina Provvidenza, troviamo un ampio resoconto di quella festa.[7]

“Un solenne Triduo predicato si svolse nelle sere del 2, 3 e 4 per preparare i bambini e quanti frequentano la cara Chiesuola, alla bella festa. Per la città furono appesi dei manifesti e manifestini volanti d’invito furono largamente distribuiti, sicché si ebbe frequenza di popolo, soprattutto alle Messe con partecipazione si Santi Sacramenti.
Commovente fu la cara cerimonia della Prima Comunione amministrata da Mons. Pietro Borgia, della Segreteria di Stato del Vaticano, ad un gruppo di orfanelli e di fanciulle del rione”. Alle ore 11 si celebrò dal Rev.mo Padre Leone Turco, Provinciale dei Conventuali di Anzio e Parroco del luogo, la solenne Messa in terzo”.
Seguì il pranzo “nel cortile dell’Istituto, pavesato a festa e provvisto di tende”, attorno agli orfanelli sedevano a mensa molte autorità ecclesiastiche e civili.[8]
“Il Sig. Fiori maestro della Banda volle rallegrare ancora i commensali con riusciti brani. Prima che si terminasse la fraterna e familiare agape, Don Fiori leggeva un telegramma di partecipazione e benedizione del venerato Superiore Generale Don Orione e ne formulava uno di riscontro, mentre uno ne veniva inviato a Sua Santità Pio XI ed uno a sua Ecc. l’Onorevole Mussolini”.

Alla sera, a conclusione della giornata, “si svolse la simpatica e trionfale processione nel cortile dell’Istituto, in fondo al quale era stato eretto un grazioso altare”. Anche a quest’altro momento di devozione “la banda eseguiva indicate marce e la numerosa folla sfilava in maestoso corteo”.[9] Il panegirico finale fu affidato alla “calda parola D. Fiori”. Direttore dell’Istituto, il quale “inneggiò al SS. Cuore di Gesù e ricordò il fatto straordinario accaduto nei primi mesi di quest’anno, poco lungi dalla Chiesina, cioè l’incolumità di una ventina di impiegati dell’Italcable nel cozzo col treno al passaggio a livello, e degli operai che lavoravano nell’Istituto precipitati a terra per la caduta dei ponti e che, come se nulla fosse stato mezz’ora dopo riprendevano i lavori”. Dopo l’atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e la benedizione eucaristica, la serata si concluse con il concerto della Banda e i fuochi d’artificio”.[10]


L’Istituto Sacro Cuore di Anzio continuò la sua attività benefica in favore di tanti fanciulli orfani. Don Orione di tanto in tanto vi faceva visita: “Sono stato ad Anzio, domenica”.[11] Essendosi consolidata la gestione e anche l’economia dell’Istituto, sostenuta dalla benevolenza e beneficienza, il comm. Paolo Sportello pensò di regolarizzare il passaggio della proprietà alla Congregazione orionina. Ci fu un accordo, di cui non risulta documento. In una lettera di Don Orione a Don Carlo Sterpi dell’11 giugno 1934, troviamo: “Si e acquistata la Casa di Anzio per £. 70.000, a 7.000 l'anno, senza interessi; già si pagò la I.a rata” con un atto di donazione”.

Ciò permise a Don Orione di animare a sognare più in grande per l’Istituto di Anzio. “Ora che Anzio, la Casa di Anzio voglio dire, è proprietà della Piccola Opera – scrive Don Orione da Buenos Aires -, si potrà ampliare, ma direi di pregarci un po’ su, e di non avere fretta”.[12]

Don Orione fu a visitare l’Istituto più volte, anche il 6 settembre 1934, proprio prima di imbarcarsi per l’America Latina.[13]

Nel 1936, vi erano 45 orfani; direttore era divenuto Don Giuseppe Adaglio[14] mentre Don Cesare Corazza curava la chiesetta; il prof Onofrio Presciutti con due chierici provvedevano alla disciplina.

In una relazione del 15 luglio 1936, leggiamo:

“1) L’Istituto sacro cuore di Anzio, diretto dei Figli della divina provvidenza, ospita ordinariamente 45 ragazzi, per cui le varie opere pagano una retta mensile. Detti ragazzi frequentano le cinque classi elementari e il biennio di avviamento presso le scuole comunali di Anzio.

2) All’assistenza dei ragazzi attendono due chierici, della nostra congregazione, Vecchio Francesco e Quintiliani Federico. A capo della disciplina sta l’egregio signor Onofrio Presciutti da Celano frequenta il terzo anno del corso di magistero.

3) Le suore “Missionarie della Carità” hanno abitazione separata per il dormire, e anche la dispensa, la lavanderia, il guardaroba, la cucina, sono separati dal resto del collegio; da una ruota si hanno i cibi, e la biancheria da uno sportello. Durante l’anno le suore furono tre, serie; la superiora S. Maria Placidia. Le suore attendono anche alla pulizia della Chiesa e curano le piccole ferite ai ragazzi.

4) Il direttore dell’Istituto è il rev.mo Don Giuseppe Adaglio, il quale veniva ad Anzio una volta alla settimana per invigilare l’andamento dell’Istituto.

5) Il sottoscritto sac. Cesare Corazza esercitò durante l’anno le funzioni sacre nella Chiesa, o oratorio pubblico dedicato al Sacro Cuore, annesso all’Istituto”.[15]


Il passaggio di proprietà alla Congregazione probabilmente non fu formale o fu solo sulla parola. Sta il fatto che, nel 1939, il comm. Sportello propose di un atto di compravendita.

Don Orione ne fu sorpreso e scrisse al Commendatore in questi termini: “La Congregazione ha sempre creduto che l’Opera di Lei, Sig.r Comm. Sportello, non fosse un contratto comune, di compra-vendita, ma bensì un’opera di gratitudine al Cielo dello stesso Comm.r Sportello per grazia ricevuta, di incolumità della vita e un’opera di bene per i poveri fanciulli. Stando così le cose, ritengo conveniente ritirarci sia pur provvisoriamente da Anzio. In seguito, se le parti interessate lo crederanno opportuno, si potrà continuare le trattative, e se, come speriamo, si giungerà ad un comune accordo, riprenderemo il nostro lavoro con maggior lena, e con maggior soddisfazione Sua e nostra ritorneremo ad Anzio, per la cura della Chiesa e dell’Istituto”.[16]

Di fatto, ci fu una temporanea sospensione della presenza all’Istituto: “Approvo che don Parodi trasferisca i fanciulli da Anzio a Velletri, nell’edificio offerto da mgr. Albera. Dire ad Anzio che si va via provvisoriamente, per toglierci da un eventuale pericolo, se scoppiasse la guerra”.[17] E seguì la comunicazione di Don Orione allo Sportello: “Mi faccio dovere comunicarLe a nome dei Superiori, che, pur con vivissimo  dispiacere,  noi  ci dobbiamo ritirare dall'Istituto di Anzio. Però la nostra gratitudine per Lei non avrà fine, e speriamo ci sia dato in tempo non lontano di poter riprendere il nostro lavoro in Anzio a bene di tanti poveri fanciulli”.[18] 

A questo irrigidimento di Don Orione dovette far seguito un chiarimento o quanto meno un migliore accordo per il passaggio della proprietà. Infatti, in data 26 dicembre 1939, poté scrivere al confratello Don Silvio Parodi: “Sono del parere che subito si stipuli il contratto col Comm.r Sportello: prepara subito tutto”.[19] Sempre a lui, il 5 gennaio 1940, a tre mesi dalla morte avvenuta a Sanremo il 12 marzo 1940, Don Orione chiese: “A che punto è la pratica col Comm.re Sportello?”.[20] L’atto notarile fu firmato il 25 gennaio 1940 dal comm. Paolo Sportello e da Don Silvio Parodi per la Congregazione.

Nel 1940, gli alunni sono saliti a 50 e frequentano le scuole comunali. Direttore e Don Bernini, mentre assistenti sono Antonio Marangon e Guido Zebri; 4 Piccole Suore Missionarie della Carità attendono alla cucina e al guardaroba.

L’Istituto Sacro Cuore prese corso regolare e diede casa e famiglia a frotte successive di orfani.

 

Dopo la seconda guerra mondiale

L'Istituto Sacro Cuore dovette chiudere i battenti nel giugno 1943 a causa degli eventi bellici.
I piccoli ospiti furono sfollati nella Casa orionina di Colle Giorgi e vi si trattennero fino all’autunno. Poi alcuni ritornarono alle famiglie e altri furono inviati in Case orionine.

Solo nel 1946 l’Istituto Sacro Cuore – pur molto danneggiato durante il tempo della guerra - poté essere riaperto e riprendere le sue normali attività. Sarà ampliato e meglio sistemato nel 1949. Anche la chiesetta riprende splendore e diventa un riferimento religioso per gli abitanti della borgata popolare.

Mario Carboni, che abitava con la sua famiglia dall'Istituto per orfanelli  e dalla Chiesa del Sacro cuore, ricorda: "Nel collegio erano ospitati ragazzi miei coetanei o al massimo nati nel ‘44. Erano figli della guerra in maggior parte di pelle scura, in gran parte nati dagli stupri e dalla prostituzione durante la guerra dopo l’8 settembre. Giocavo nel collegio e tanti di quei bambini erano miei amici. Fu un’opera molto meritoria e i ragazzini erano trattati benissimo. Per me e e per tutti gli altri bambini che frequentavano l’oratorio fu un’esperienza altamente formativa".

A quella prima ondata di "orfanelli" della guerra seguirono molti altri bambini poveri e in situazioni familiari precarie. All'Istituto Sacro Cuore trovarono famiglia e prima educazione.

Sono da ricordare i tanti sacerdoti, chierici e suore che si alternarono nel corso degli anni successivi per dare casa e famiglia a frotte di orfani. Molto attivi furono Don Vincenzo Zucchegna, Don Vincenzo Zumbo, Don Eugenio Manduca, Don Mario Fedeli, Don Giovanni Gatto, Don Gino Marchesani, Don Filippo Delfino. Tra le suore, Suor Maria Reparata Ielapi vi rimase diversi anni lasciando una testimonianza edificante e, tra le ultime, Sr M. Velia Bartoli, e Sr M. Giuliana Zozi.

Dopo la radicale riforma legislativa riguardante l’assistenza dei minori, l’Istituto Sacro Cuore, nel 1972, cessò le sue attività per gli orfani e minori in difficoltà e divenne un piccolo seminario minore destinato a ragazzi in ricerca vocazionale.

Qualche anno dopo, nel 1976, ci fu un ulteriore cambiamento che interessò l’Istituto di Via Tripoli: la costituzione della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù. La Convenzione tra Diocesi e Congregazione orionina fu firmata dal vescovo Raffaele Macario e da Don Guido Zebri, l’11 ottobre 1976 e il Decreto di erezione della Parrocchia fu firmato il 13 novembre 1976. Don Giovanni D’Onorio De Meo fu nominato primo parroco.

Un nuovo e importante capitolo di carità pastorale iniziava ad essere scritto nel territorio tra le parrocchie di Santa Teresa e di San Bonaventura, una borgata popolare in cui “la gente è lontana dalla Chiesa e dai Sacramenti perché non curata”, come ebbe a dire il vescovo Macario. Tra i tanti protagonisti umani, ci furono senz’altro i parroci che si succedettero in questi 40 anni: a Don D’Onorio De Meo, succedettero Don Francesco Picca, Don Armando Corrado, Don Felice Passadore, Don Gabriele Cagnacci, Don Vito Mandarano, Don Salvatore Caione, Don Natale Fiorentino, Don Giuseppe Bisceglia.


La vocazione caritativa è propria dei religiosi orionini e della storia dell’Istituto Sacro Cuore e continuò ad essere espressa anche dopo la costituzione della Parrocchia. Gli ambienti della casa furono destinati, nel 1985, ad attività di prima accoglienza per stranieri di passaggio, poi, nel 1988, a Centro occupazionale per disabili. Infine, nel 2000, fu aperta la Casa di accoglienza per mamme con bambini in situazioni di grave bisogno, gestito in gratuità con il volontariato e la beneficienza della buona gente.

Una seconda presenza orionina in Anzio ebbe inizio il 20 dicembre 1945 con l’apertura dell’Istituto di Via Anteo delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Dava ospitalità a bambini e pre-adolescenti bisognosi di un clima adatto per la prevenzione della tubercolosi e per questo era denominato anche “Istituto Climatico”. Nel periodo estivo vi si organizzavano anche colonie estive. In seguito si trasformò in Orfanotrofio per bambini e preadolescenti, maschi e femmine.

Quando cessò questa attività di accoglienza residenziale di minori, nell’anno 1970, si diede inizio alla Scuola materna, rimasta attiva fino al 1989.

Gli ambienti dell’Istituto ebbero poi una radicale ristrutturazione e fu realizzata una casa di spiritualità per esercizi e convegni e, contemporaneamente, parte degli ambienti diedero ospitalità alle Suore anziane e malate. Tutto questo fino al novembre del 2016, quando le Suore orionine si ritirarono definitivamente da Anzio.

Va ricordato che, dal 1969 al 1991, la Villetta rossa fu anche sede della Provincia religiosa “Nostra Signora del Divino Amore”, mentre, dal 1992 al 1994, ospitò le Contemplative orionine di Gesù Crocifisso qui trasferite da Tortona mentre là si adattava l'edificio di Villa Charitas alle norme della clausura.
 

Al termine di questa nota storica diventa ancor più motivato il ringraziamento alla Divina Provvidenza che ha voluto che una lunga e benemerita storia legasse, a partire dal comm. Paolo Sportello, San Luigi Orione e la sua Famiglia religiosa con la città di Anzio in questi 90 anni. Vescovi e sacerdoti, amministratori civili e benefattori, educatori e gente umile, sacerdoti e suore, hanno fatto di questo lembo di terreno presso il mare una casa e un faro di carità che mentre ha illuminato e riscaldato quanti vi erano ospitati a sparso luce di fede e di civiltà negli orizzonti più ampi di Anzio e della diocesi di Albano.

 


[1] La nuova Via San Luigi Orione è nel limite della proprietà della parrocchia e dell’Istituto Sacro Cuore. Alla cerimonia pubblica della domenica pomeriggio del 17 maggio 2009, erano presenti il ministro per le “Politiche giovanili” Giorgia Meloni, il senatore Candido De Angelis, il sindaco Luciano Bruschini e numerose altre autorità civili e militari. Tra i partecipanti anche Giorgio e Luigi Sportello, nipoti del donatore Paolo Sportello, amico e benefattore di Don Orione. Per la Congregazione erano presenti il superiore generale, Don Flavio Peloso, il superiore provinciale, Don Domenico Crucitti, le due comunità orionine di Anzio: quella dei religiosi addetti alla Parrocchia e quella delle Suore di Via Monte Anteo. La celebrazione della Messa è stata presieduta dal vescovo diocesano Mons. Marcello Semeraro.

[2] Clotilde Altobelli Tarquini, figlia del conte Altobelli di Bassano di Sutri, che Don Orione assistette nel momento della morte, fu definita da Don Orione “insigne benefattrice”.

[3] Testimonianza di Don Giuseppe Fiori, ADO. Il nome della via cambiò più volte nel corso degli anni, fino all’attuale Via Tripoli, prima 28 e ora 40.

[4] Testimonianza di Don Giuseppe Fiori, Archivio Don Orione (ADO), Roma.

[5] Scritti 81, 82.

[6] Riunioni, p. 91. È questo un tema delicato sul quale Don Orione ritornò più volte invitando a prudenza: “Desidero sapere prima chi andrebbe ad Anzio, dove ci sono i bagni e troppi pericoli. Non so se convenga”; - 15.7.1931: A don S. Parodi, il 15.7.31, Scritti 8,104. A Don Fiori, direttore di Anzio: “Ricevo notizie da Anzio che mi portano grande pena e sempre più mi fanno riflettere se si possa, in coscienza, continuare a tenere aperta quella Casa”; lettera del 6.9.193, Scritti 24, 267. 

[7] La Piccola Opera della Divina Provvidenza, ottobre 1931, p.9-11.

[8] Nell’articolo sono nominati “Mons. Borgia, D. Risi Parroco di Ognissanti a Roma, P. Paolino Superiore dei Carmelitani di S. Teresa per l’erigendo Santuario in Anzio, P. Giuseppe dei Conventuali, P. Vincenzo dei Missionari di S. Vincenzo de’ Paoli, Don Ferretti; per la parte Civile, il Commendator Sportello, l’Egregio Podestà impossibilitato inviava adesione scritta, il Colonnello Sig. Pasquale Tavassi, il Capitano Ocelli, il Cav. Uff. Ambrosiani, Direttore delle scuole, il Signor Provenzano Direttore dell’Italcable, il Sig. Mariotti ingegnere del Comune, il Signor Bronzetti”.

[9] L’articolista annota che “Mai si sarebbe aspettata una sì larga partecipazione, oltre i ragazzi dell’Istituto S. Cuore, vi presero parte la Colonia dei Marinaretti, la Colonia delle Ferrovie vicinali tenuta dalle Suore della Compassione, le Figlie della Carità, le Francescane, le Maestre Pie, le bambine della I. Comunione biancovestite e mille altre persone d’ogni ceto”.

[10] “Dinanzi a Gesù Sacramentato tutti in piedi e con la destra protesa si recitò il Credo e quindi l’Istituto si consacrò solennemente al S. Cuore di Gesù. Data la benedizione si riavviò la Processione al suono delle campane e della banda verso la Chiesina dove fu impartita la seconda benedizione. Usciti di Chiesa si recarono tutti nuovamente in cortile ove ci fu trattenimento musicale e un saggio di pirotecnica ben riuscito”.

[11] Scrive così il mercoledì 15 aprile 1931; Scritti 17, 117.

[12] Lettera del 28.10.1936; Scritti 88, 122.

[13]Giunto in Roma giovedì mattino, 6 corr., col precipuo intento di prendere la benedizione del Santo Padre, prima di partire pel Sud-America insieme col Pellegrinaggio del Congresso Eucaristico, dovetti, quello stesso giorno dell’Udienza, recarmi ad Anzio”; Lettera del 9 settembre 1934; Scritti 88, 96 e 107, 185.

[14] Risiedeva all’Istituto San Filippo di Roma e andava ad Anzio un giorno alla settimana.

[15] Relazione sull’Istituto Sacro Cuore di Anzio (Roma) del 15 luglio 1936, Archivio Don Orione, Roma.

[16] Scritti 77, 176.

[17] Lettera dell’11.9.1939 a Don Roberto Risi; Scritti 7, 395.

[18] Scritti 66, 355.

[19] Scritti 8, 256.

[20] Scritti 8, 261. 

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