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Messaggi Don Orione
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Autore: Flavio Peloso
Pubblicato in: Don Orione oggi

In occasione del 13 marzo, Giornata missionaria orionina, il superiore generale, lancia l’Appello missionario ai laici orionini. Nell’ultimo sessennio, molti laici in missione per offrire tempo, cuore e lavoro.

Roma, 13 marzo 2011

Negli ultimi decenni, rispondendo agli appelli del Papa in favore della "missio ad gentes", c'è stato un grande impegno missionario della Congregazione con molte nuove aperture in Paesi che, fino al 1980, non facevano parte della geografia orionina: Togo (1981), Giordania (1985), Venezuela (1986), Cabo Verde (1988), Filippine (1991), Romania (1991), e poi Albania (1992), Bielorussia (1993), Messico (1993), Kenya (1996), Burkina Faso (1999), India (2001), Ucraina (2001), Mozambico (2003) e, ultimo, Corea (2010).

Lo sviluppo missionario si deve all’impulso dato da Don Orione, a una precisa volontà e programma di governo e alla generosità di tanti confratelli che, senza particolare vocazione all'eroismo, ma con fede, sacrificio ed entusiasmo si sono trovati ad essere artefici di nuove pagine di storia della Congregazione nel servizio a popoli nuovi, bisognosi di pane e di vangelo.

Venite a predicare la carità

E' diventata una tradizione, iniziata da Don Orione, che il Superiore generale rivolga a tutti i religiosi un APPELLO MISSIONARIO. Per la prima volta, nel 2005, lanciai il medesimo appello anche ai laici e laiche partecipi o simpatizzanti della Famiglia Orionina. Di fatto, numerosi laici, singoli o anche organizzati in piccoli gruppi, sono partiti per le missioni orionine, per dare il loro contributo di tempo, di cuore, di lavoro: in Ucraina e Romania, in Giordania, in Kenya, Costa d’Avorio, Togo, Mozambico e Madagascar, in Filippine, in Brasile, in Venezuela.

Siccome, Don Orione ci voleva apostoli di stola e di lavoro, perchè "la nostra predica è la carità", le opere caritative e sociali per i poveri non solo accompagnano l’azione missionaria, ma sono in se stesse missionarie.

Comprendete, quindi, cari amici laici che in una missione orionina c'è posto per tutti: per catechisti e per muratori; per chi fa scuola, per chi fa da mangiare, per chi è infermiere; per chi sa guidare un gruppo e per chi sa guidare l'automobile; per chi - uomo o donna - sa curare la casa, sa dare accoglienza e offrire un aiuto nelle piccole necessità quotidiane della missione.

E in missione per quanto tempo? Secondo le possibilità: per mesi o per uno e più anni o anche per tutta la vita.  C'è posto per tutti quelli che hanno cuore e tempo, fede e disponibilità.

Nel nome di Don Orione, come fratello e padre della Famiglia orionina, faccio appello ad ogni laico e laica del Movimento Laicale Orionino, ad ogni  amico di Don Orione, di qualsiasi età, condizione di vita e professione: chi vuole mettersi a disposizione per "partire" per le missioni?

Ogni offerta di tempo, di competenza e di attività sarà valorizzata e potrà contribuire allo slancio missionario della Famiglia Orionina.

Chi si sente di rispondere a questo appello mi scriva una lettera personale manifestando la propria disponibilità, indicando quanto può essere utile per un buon discernimento. Sarà mio compito poi segnalare la disponibilità a chi può valorizzarla.

Conoscete quella foto di Don Orione con il primo gruppo di missionari in partenza per il Brasile, nel 1913: vi appare un laico, in giacca, cravatta e baffi, il signor Giulio. Ho pensato: Don Orione cercherebbe anche oggi laici per le missioni. E ne troverebbe.

Risuonino anche per voi, cari amici laici, le parole accorate del nostro Padre Don Orione. "Almeno qualcuno di voi bisognerà che lo trovi e lo mandi prestissimo; ma ho bisogno di santi! ma ho bisogno che chi va, porti là la santità. Chi si sente di voi?”. Vedete? Non chiedeva particolari competenze e capacità. Chiedeva che avessero il Signore nel cuore.

          Questo Appello missionario, cari fratelli e sorelle laici, è un passaggio del Signore sulla riva della vita quotidiana, in cui state pescando, per dirvi "prendi il largo". E' l'invito di Gesù "gettare le reti". "Chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo" (Giovanni Paolo II).

            Non si tratta di prendere il largo dalle proprie responsabilità familiari, lavorative, sociali.

La risposta all'Appello missionario è un atto di amore e di generosità verso Dio e il prossimo proprio a partire dalla vocazione e vita laicale e con modalita laicali. Senza fantasie ingenue e senza irresponsabilità, quanti spazi di bene trovano quelli che già hanno ricevuto e fatto tanto bene!

Chi si offre per un aiuto nelle missioni compie un atto nobile che fa bene all'anima e dà respiro alla vita quotidiana in cui la Provvidenza già lo ha chiamato.

Come si tonifica il cuore quando esso batte per imprese generose, che hanno le uniche motivazioni e soddisfazioni in Cristo e nel bene delle Anime! Non si toglie niente al proprio stato di vita, anzi lo si arrichisce.

E' chiaro che all’offerta della propria disponibilità non corrisponde necessariamente e immediatamente l'invio in missione. Ci vorrà discernimento e anche un po' di preparazione. Per tante ragioni, non potranno andare in missione tutti quelli che chiederanno.

     Che bello se per un laico che va in missione ce ne fossero altri dieci che aspettano disposti a partire e che accompagnano chi parte con l’affetto e la preghiera.

Spero che siano numerose le risposte a questo Appello missionario rivolto esplicitamente anche ai laici. La partenza di alcuni laici accrescerà lo spirito di Famiglia, darà fiducia ai sacerdoti e alle suore, porterà nuovo entusiasmo in tutti per inventare iniziative di evangelizzazione anche in patria.

Pongo questo Appello missionario nel cuore della Madonna, Madre della Divina Provvidenza. Don Orione, quando era giovane, nel sogno profetico vide il grande manto azzurro della Madonna che "s'allargava, così che non si distinguevano più i confini", "che copriva tutto e tutti fino all'orizzonte lontano", "ragazzi di molti diversi colori, il cui numero si andava straordinariamente moltiplicando… la Madonna si volse a me indicandomeli". Scrivendo al vescovo Bandi, aggiunse: "ricordando che di cinta non ce n'era, e che erano di varî colori, ho capito che sono le missioni” (Scritti 45, 60).

La nostra Congregazione, dai tempi di Don Orione, non ha messo "cinta" e oggi si trova in 32 nazioni e - se la Provvidenza vorrà - allargherà ancora il suo orizzonte. Grazie anche ai laici orionini.

A tutti giunga la benedizione del Signore che invoco di tutto cuore chiedendo il sostegno paterno di Don Orione.

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