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Messaggi Don Orione
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Dove e quando Don Orione emise i voto religiosi?

I VOTI DI DON ORIONE

1903, 1904, 1905 (temporanei) e 1912 (perpetui)

 

 

Tutti i religiosi professano i Voti di povertà, castità e obbedienza. E Don Orione, il Fondatore, quando e dove fece i suoi Voti? E chi ha ricevuto i suoi voti?

La Congregazione fu riconosciuta canonicamente dal Vescovo di Tortona il 21 marzo 1903. Solo da questa data i suoi membri diventarono “religiosi” professando i Voti. E Don Orione fu il primo a professarli.

Don Orione stesso riferì quando e dove fece i suoi Voti religiosi.

“Mi è dolce ricordare che i primi voti canonici furono emessi nella gioconda solennità di Pasqua 1903, anniversario della mia prima Messa, nella cappella del palazzo Vescovile di Tortona, e nelle mani del nostro Ven.mo Mons. Vescovo, Igino Bandi.

Furono poi essi rinnovati in Roma, un anno dopo, nella Basilica di S. Pietro, e all'Altare della Confessione, giù, alla Cripta e sopra la Tomba del Beato Apostolo Pietro, sempre nelle mani del nostro Eccell.mo Vescovo di Tortona, e in occasione d'una sua visita Ad Limina Apostolorum. E furono rimessi là, pel fine suo proprio che ha l'Istituto.

La terza volta li ho fatti ancora a Tortona, sempre nelle mani del nostro Ven.mo Vescovo, in luogo un po’ differente, se volete, dalla splendida Basilica di S. Pietro, cioè nella nuda e ben squallida cappella delle carceri, e presenti i poveri prigionieri; nella circostanza che S. Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo si era pietosamente recato a distribuire la Pasqua ai carcerati.

Domandai di emetterli in quel recinto di dolore e di infelicità, e perché luogo a me carissimo, ove da Chierico andava, coll'aiuto di Dio, insieme col Rev.mo Canonico Ratti, e dove la bontà del Signore mi aveva largite singolari misericordie.

Ma più ancora ho desiderato rinnovarli là i santi voti, perché intendevo così liberissimamente darmi tutto, e come legato mani e piedi: mente e cuore e volontà, da vero e dolce prigioniero d'amore, nelle mani della S. Chiesa; intendevo starmene, vivo e morto, legato ai piedi della Chiesa, ai voleri e desideri della Chiesa: e, come di me, per divina grazia, così ho inteso, sia di voi tutti, o miei cari figli nel Signore, e dell'Istituto della Divina Provvidenza: o che esso non sia!”.[1]

 

E poi emise anche i Voti perpetui, cioè definitivamente?

Don Orione raccontò anche dei suoi Voti perpetui pronunciati il 19 marzo 1912, a Cassano Ionio, nel Santuario della Madonna della Catena, Gli fecero da testimoni padre Riccardo Gil, don Enrico Contardi, e fra Gaetano Cremaschi. Don Orione stesso redasse un attestato dell’avvenuta professione perpetua.

“Oggi 19 Marzo 1912, io Sac. Giov. Luigi Orione della Div. Provvidenza, colla divina grazia e per speciale misericordia di N. Signore Gesù Cristo e di Maria SS., qui al Santuario della SS. Vergine della Catena presso Cassano Ionio ho fatto i S. Voti perpetui di castità, povertà e obbedienza nella Congr. l'Opera della Divina Provvidenza, e il voto e giuramento di obbedienza, fedeltà, amore e difesa del S. Padre il Papa, Vicario di N. Sig.re Vescovo di Roma e Suoi Successori in tutto e per tutto per tutta la vita coram Sanctissimo et ante Missam. Deo gratias et Mariae”.[2]

 

Ma Don Orione fece anche una seconda Professione perpetua piuttosto “speciale”, della quale parlò ampiamente.

“Il 19 Aprile di quest'anno sarà giorno di eterna ricordanza. Erano le 12, quando fui introdotto dal nostro Santo Padre Pio X, in udienza privata. In quei santi momenti, vedendo tanta confidenza, tanta paterna e divina carità del S. Padre verso la Piccola Opera, io ho osato domandargli una grandissima grazia.

E il S. Padre mi disse, sorridendo: “Sentiamo un po’ cos'è questa grandissima grazia”.

Allora gli esposi umilmente come, essendo fine precipuo e fondamentale del nostro Istituto quello di rivolgere tutti i nostri pensieri e le nostre azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa: a diffondere e radicare nei nostri cuori in prima, indi nei cuori dei piccoli l'amore al Vicario di Gesù Cristo, lo pregava, dovendo fare i voti religiosi perpetui, di degnarsi, nella sua carità, di riceverli nelle sue mani, essendo e volendo essere questo Istituto tutto amore e tutta cosa del Papa.

E il S. Padre, con quanta consolazione della mia anima non potrò esprimerlo mai, mi disse subito e assai volentieri di sì. Lo ringraziai, e l'udienza continuò. Ma, quand'essa era sul finire, domandai a Sua Santità quando credeva dovessi io ripassare per i santi voti.

E allora il nostro Santo Padre mi rispose: “ma anche subito”.

Dio mio! che momento fu mai quello!

Mi strinsi in ginocchio davanti al Santo Padre. Gli strinsi e baciai i piedi benedetti. Trassi di tasca un librettino, che i piccoli Figli della Divina Provvidenza conosceranno, e che io già avevo portato meco, presentendo la grazia: apersi là ov'è la formula dei santi voti, e dove, avanti, aveva messo già il segno.

Ma in quel momento sì solenne e santo, ricordai che sarebbero occorsi due testimoni, secondo le norme canoniche, e i testimoni mancavano poiché l'udienza era privata.

Allora levai al S. Padre gli occhi e osai dirgli: “Padre Santo, come Vostra Santità sa, ci vorrebbero due testimoni, a meno che la Santità Vostra si degnasse dispensare”.

E il Papa, guardandomi dolcissimamente e con un sorriso, celeste sulle labbra, mi disse: “Da testimoni faranno il mio e il tuo angelo custode!”.

Oh felicità di Paradiso! Caro Signore Gesù, come mi avete confuso per quel po’ di amore che, per grazia vostra, ho avuto a voi e al vostro dolce Vicario in terra! Siatene benedetto in eterno, o mio Signore, siatene benedetto in eterno!

Prostrato dunque ai Piedi del S. Padre Pio X come ai piedi stessi di Nostro Signore Gesù Cristo: alla presenza di Dio Padre, Figliuolo e Spirito Santo: invocata la mia dolce Madonna e Beatissima Madre nostra, la SS. Vergine Maria, Immacolata Madre di Dio: il glorioso San Michele Arcangelo: il carissimo mio San Giuseppe e i Beati Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi e tutti gli Angeli del Cielo, ho emesso i miei voti religiosi perpetui, e una speciale e solenne promessa; un esplicito e vero giuramento di amore sino alla consumazione di me e di fedeltà eterna ai piedi e nelle mani del Vicario di Cristo.

E due angeli facevano da testimoni, e l'angelo stesso del nostro Santo Padre!

Mi chinai profondamente sino a terra, mentre il Papa stendeva la sua mano benedicente sulla povera mia testa.[3]

 

[1] Scritti 82, 96-97.

[2] Lettera datata “Pentecoste 1912”; Scritti 82, 93-95.

[3] Scritti 71, 70; a p. 71 è riportata anche la Formula di professione dei Voti.

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