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Messaggi Don Orione
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Autore: Flavio Peloso



Noi due faremo sempre a metà in terra e anche in Paradiso”

Don Orione e Don Calabria, campioni di evangelica carità

Flavio Peloso

I santi, a motivo della loro forte esperienza e sensibilità di Dio, diventano dei finissimi “sensori” (detectors) della santità delle persone con le quali, anche solo occasionalmente, vengono a contatto.
E’ interessante verificare come, nella prima metà di questo secolo, in Italia c’era un fitta rete di rapporti, di aiuto reciproco, di stima, tra “santi” che solo posteriormente saranno riconosciuti tali. Tra loro si riconoscevano, si cercavano, si volevano bene, si incoraggiavano sulle vie del bene. E questo avveniva anche a distanza, senza avere una particolare comunanza di vita o di collaborazione.

E’ il caso di Don Giovanni Calabria – proclamato “santo” il 18 aprile 1999 - e Don Orione. Affermavano di conoscersi intimamente senza essersi mai incontrati.
Don Calabria, nato nel 1873 e morto nel 1954, è il fondatore dei Poveri Servi della Divina Provvidenza. E’ un altro di quei santi sacerdoti italiani che vollero vivere il “vangelo sine glossa” e divenne profeta e artefice di civiltà di questo travagliato XX secolo. Papa Pio XII lo definì un “campione di evangelica carità”.

Don Calabria scrisse di Don Orione: “Io ho di lui l’intima convinzione come d’un uomo di Dio, d’un vero servo del Signore, di un’anima che può ben essere proposta a modello e a esempio, non solo dei suoi figli, ma di tutti i cristiani e specie dei Sacerdoti, per i quali più che mai importa che si spoglino di ogni grettismo e servano il Signore con generoso distacco da ogni cosa terrena e da se stessi. Questi Santi sono lampade che la Misericordia del Signore accende nelle tenebre di questo mondo per illuminare, con luce vera, gli uomini, mentre la forza trascinatrice dell’esempio serve a scuotere gli animi di coloro ai quali quell’esempio è specialmente indirizzato: voglio dire di noi Sacerdoti”.

Don Orione, da parte sua, ebbe parole di sostegno nei confronti di Don Calabria scrivendo all’Abate Caronti, visitatore apostolico della congregazione veronese, in un momento molto delicato: “Cose belle ho udito di Don Calabria: Penso che qualche volta avrà pregato anche per me, come io ho pregato per Lui, benché, purtroppo, tanto lontano da Lui nel cammino del Signore”.
Avendo detto un religioso a Don Orione che sarebbe andato da Don Calabria, Don Orione volle scrivere a lui: prese un foglio e cominciò: “Caro don Calabria, caro Don Calabria, caro Don Calabria...”; riempì due facciatine di “caro Don Calabria”. Firmò, mise il foglio in una busta e chiuse.
Altra volta, similmente, un confratello gli disse che si sarebbe incontrato con l’apostolo di Verona. Don Orione, per tutta risposta, prese il panino, lo spezzò e disse: “Porterai questo mezzo pane a Don Calabria e gli dirai che noi due faremo sempre a metà in terra e anche in Paradiso”.

In occasione della grave crisi di salute di Don Orione, nel 1939, Don Calabria fece sentire la sua vicinanza di conforto a Don Orione il quale lo ringraziò così. “Caro Don Calabria, Deo adiuvante tutto superato. Ringraziovi voti e preghiere, continuatemi tanta carità. Abbracciamoci fraternamente in osculo sancto. Buona Pasqua! Ave Maria e avanti! Don Orione”.

La storia della società e della Chiesa è scritta da tanti protagonisti, d’ogni tipo, ma il tessuto solido di questi fili di santità intrecciati tra loro ne costituisce la trama più profonda e la coesione più duratura.

“Caro Don Calabria, Deo adiuvante tutto superato. Ringraziovi voti e preghiere, continuatemi tanta carità. Abbracciamoci fraternamente in osculo sancto. Buona Pasqua! Ave Maria e avanti! Don Orione”. (76, 144) E dopo un po’: “Grazie Dio et vostre preghiere riprendo umile lavoro sommamente confortato Vostra grande carità. Santa Madonna ricompensi benedica. Don Orione” (93, 367.IV)

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