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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Un corso di formazione permanente a Montebello, ottobre 2006.
Autore: Flavio Peloso

Appunti di Don Flavio Peloso presentati ai Corsi di formazione permanente.

FORMAZIONE PERSONALE CONTINUA
Alcuni spunti dalla vita e dagli insegnamenti di Don Orione

 


Don Flavio Peloso

 

Il contesto entro cui collocare l'atteggiamento di formazione permanente, della quale il Progetto Personale di Vita (PPV) è strumento-guida, è la nostra vocazione religiosa, asse portante della nostra identità e, dunque, della nostra felicità e della nostra “utilità” apostolica ed ecclesiale.

Dovere e bellezza della nostra vocazione religiosa è “ tendere alla perfezione, convinti che ciò significa darsi a Dio sul serio ” (Cost 14), per questo siamo “ i primi interessati ad una formazione accurata in ogni tappa della vita religiosa ” (Cost 82). Ci impegniamo pertanto:

- a mantenerci costantemente docili all'azione santificante dello Spirito;

- a perfezionare diligentemente la nostra cultura spirituale, dottrinale e tecnica;

- a prestare ascolto attento e creativo ai segni dei tempi” (Cost 110).

Convinti che oggi “ non progredi, regredi est ”, raccogliendo quanto le Costituzioni indicano, per tener viva e operante la tensione alla santità, secondo la misura del dono di Cristo dato a ciascuno (Cfr Ef 4,7), “è necessario che ogni religioso abbia il suo progetto personale di vita, nel quale sia previsto un percorso di crescita a livello umano, spirituale ed apostolico, da concordare con il proprio direttore spirituale e, nel corso della formazione iniziale, con l'équipe formativa” (Decisione 22 del Capitolo generale 2004).

•  La nostra identità e la nostra professionalità di religiosi derivano da la sola cosa necessaria , l'unione con Dio, che fonde e sviluppa maturazione personale, vita spirituale, vita comunitaria e attività apostoliche.

•  Oggi “ il contributo essenziale che la Chiesa si aspetta dalla vita consacrata è molto più in ordine all'essere che al fare” (Benedetto XVI).

•  Per attuare il rinnovamento chiestoci dalla Chiesa e dalla Congregazione occorre innanzittutto una crescita di santità. Il religioso è un “ uomo di Dio ”, un “ esse ad Deum ” (edera e non gramigna), la vita un “ esse ad sanctitatem ”.

•  Il fine della santificazione, prioritario e inscindibile dall' apostolato , deve essere di più al centro dei nostri interessi personali e congregazionali. Come le nostre comunità per svolgere l'apostolato si organizzano, progettano, stabiliscono tempi, luoghi, strategie, compiti… così dobbiamo fare altrettanto per aiutarci comunitariamente nella santificazione , “ ricorrendo a una vera e propria pedagogia della santità, personale e comunitaria, saldamente ancorata alla ricca tradizione ecclesiale e aperta al dialogo con i tempi nuovi” (Messaggio di Giovanni Paolo II per il centenario della PODP, 8.3.2003) .

  Il Progetto Personale di Vita (PPV) è in se stesso uno strumento , espressione di un metodo che sostiene un atteggiamento di vita: la conversione, la crescita, il cammino, il dialogo con la vita e con Dio. Esso favorisce e sostiene l'atteggiamento di formazione permanente.

•  Il PPV non è il frutto di una visione soggettiva, autocentrica, idealistica della propria vita, ma aiuta il discernimento e la risposta alla Volontà di Dio . Ricordiamo l'o melia di Benedetto XVI durante la santa Messa per l'inizio del suo ministero petrino , il 24 aprile 2005: “ Cari amici! In questo momento non ho bisogno di presentare un programma di governo. (…) Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa , della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia ”.

•  Il PPV è un atteggiamento-metodo-strumento per rispondere alla Volontà di Dio, nelle condizioni concrete-attuali di vita, secondo la propria storia e vocazione.

“Sia fatta la tua volontà” : è il nucleo interno e originante e rinnovante la nostra identità. “Mia vita… mio cibo è fare la Volontà del Padre”.

L'atteggiamento del progetto di vita è giusto il contrario di uno spontaneismo soggettivistico nel quale uno “si lascia vivere”, esibisce se stesso senza dialogo e senza risposta con Dio e con le indicazioni di Dio (fatti, eventi, vocazione, ispirazioni, cambiamenti…). Questo è il movimento contrario a quello della vita religiosa di discepolato, di risposta, di legame attuale con Dio.

Certo c'è una pedagogia e un protagonismo personale intelligente e attivo, ma è susseguente alla iniziativa/volontà di Dio. Se non siamo “religiosi” (cioè legati, dialoganti, servi) con Dio, come potremo esserlo con i Confratelli e con le Anime?

•  Il PPV è uno strumento che serve a chi nella vita concreta è in dialogo con Dio “da figlio”, a chi cammina, a chi è in conversione, a chi “ha cura di sé” in un contesto di relazione con Dio, con la comunità, con il “mondo” in modo dinamico: “ non progredi regredi est ”.

•  Perché da un ventennio, si parla del PPV come di un normale strumento di cammino nella vita religiosa? Cosa c'è di nuovo nel concetto e nella pratica del PPV rispetto ai tradizionali “ propositi ” o “ piano di vita ” di cui si parlava tradizionalmente nella formazione ascetica e religiosa fino a qualche decennio fa?

Per certi aspetti non c'è molto di nuovo, perché il PPV è una evoluzione- maturazione di quanto siamo stati abituati a fare con i “propostiti”, il “piano di vita” al termine degli esercizi annuali (e simili).

E' uno strumento ascetico e di vita religiosa tipico, comune e caratteristico per curare la propria crescita e perfezionamento in questa nostra epoca caratterizzata dalla frammentarietà, dalla discontinuità e diversità di vita (Baumann: cultura liquida ). Ogni epoca ha elaborato qualche particolare scelta e metodo ascetico. Il PPV oggi è molto usato in chi si propone un cammino spirituale serio, continuo, fruttuoso.

Di novità, oltre al nome, c'è che il PPV si propone:

•  maggiore organicità : porta l'attenzione dell'impegno sulle dimensioni umana, spirituale, apostolica, comunitaria, ecc., mentre forse in passato, si privilegiava quasi esclusivamente la dimensione spirituale, di relazione personale con Dio;

•  maggiore continuità : aiuta a fissarsi obiettivi, scelte, tempi e verifiche del cammino.  

 

GUARDANDO DON ORIONE  

Don Orione, a 64 anni, si manifesta ancora in cammino, in formazione, in progetto.

Quanto è forte in Don Orione la tensione continua alla perfezione, alla santità, al miglioramento di sé, allo sviluppo apostolico!

Solo tre frammenti di autotestimonianza che, a 64 anni, lo fotografano “in progresso” in tre ambiti distinti di vita (vita spirituale, apostolato, studio).

A P. Cappello, suo consigliere e padre spirituale, manifesta la volontà di conversione:

“Vengo a dirLe che sempre La ricordo con grande, profonda gratitudine, ma, sovra tutto, La vorrei pregare di continuarmi la Sua carità con l'orazione; sono sacerdote religioso vecchio, già di 64 anni , e non ancora sono morto al mondo né a me stesso. Col divino aiuto ora voglio darmi a Dio, subito e interamente. Ma per distaccarmi da tutti gli affetti terreni e annientare la mia volontà, per conformarmi alla volontà e alla vita di N. Signore”.

Dall'Argentina, scrive a un Confratello in Uruguay, che gli chiedeva altri religiosi:

“Padre (Castagnetti) mi scrive una brutta carta, non da figlio di Don Orione, ma da buddista: dice che non sa tenere quei 5 ragazzi. Son cose che si dovrebbe avere il pudore, e aver vergogna a scrivermele. Io di 64 anni già stanco di lavoro, faccio 400 km .tri sabato, per far un discorso a Mar del Plata domenica, e lunedì già son tornato qui al lavoro! Come mai un cristiano, e un sacerdote e un Figlio della Div. Provv.za non sente verguenza a scrivermi certe cose?”.

Ai chierici di “Sette Sale”, alle università di Roma… raccomanda lo studio:

Io ho 64 anni, ma studio ancora e con grande fervore quasi ogni giorno, un po' di teologia o qualche altra materia sacra. Non invanite, però, miei cari chierici, perché siete a studiare alla Gregoriana, non invanite per gli studî ma, in umiltà, date grazie e gloria a Dio, da cui vengono tutti i beni e tutti i lumi. La scienza non vale nulla, senza la virtù, senza l'umiltà, la purezza, la carità. Fate molta orazione, e terminate in Dio tutti i vostri studî: accoppiate sempre lo studio alla orazione.

Cosa suggerirebbe Don Orione oggi per spronarci al cammino, alla formazione permanente e progressiva?

Don Orione può svolgere la funzione di “padre” ancora, anche con noi oggi, se abbiamo verso di lui una relazione “da figli”, mediante la preghiera, l'affetto, la lettura/ascolto della sua vita e dei suoi scritti.

Metterebbe fuoco-passione per la santità , per la crescita, per qualcosa di alto, di bello, di magnanimo: Nunc incipio – Non progredi regredi est – Quidquid minimum dummodo constans .

Metterebbe fuoco-passione per le Anime , per l'apostolato: santi vivi per gli altri – una forza di apostolato nelle mani della Chiesa – sviluppare bene i talenti senza ignavia e conoglismo – nemo dat quod non habet . La carità per le anime ci sviluppa, ci urge, estroverte.

Questa passione-energia è il dono principale che ricevevano quanti l'avvicinavano e l'avvicinano oggi. Era fuoco che “faceva ardere anche la legna verde”, secondo l'espressione di Frate Ave Maria. Senza passione, senza fuoco, senza forza-motrice non ci si muove e non si va da nessuna parte e non serve nessuna mappa di cammino (PPV).

 

FRAMMENTI DI PROGETTO PERSONALE DI VITA IN DON ORIONE

Capita di incontrare vari frammenti di progetti e propositi nel suo epistolario corrente, tra i suoi appunti personali.

Si veda, per esempio, il suo piano di vita del 1897 che contiene tutta una serie di propositi concreti e che abbracciano vari aspetti della sua vita: levata, preghiera, qualità umane, virtù, lavoro, uso del tempo, carità verso gli altri, ecc. E' un vero e proprio PPV.

Nei suoi scritti si incontrano brevi appunti che forse teneva a pro-memoria nel Breviario.

1. In un foglietto del 3 aprile 1920: “Propositi. 3 Aprile 1920. Levata. Preparatio ad Missam. 1) Morire a me stesso e nascondermi. 2) consumarmi nella carità. 3) Non perdere tempo. 4) Servire e morire per la S. Chiesa e per il Papa”.

2. Nel suo registro delle Messe del 1912, troviamo annotato: “ 12 Martius: Applicatio Missae per tutte le S. Anime del Purgatorio specialmente le più divote del SS. Sacramento e di Maria SS. all'altare maggiore della Chiesa dei Redentoristi. Mi confesso da Padre Fusco. Faccio in cuore e scritto i propositi che offro alla SS. Vergine Immacolata Maria, Madre di Dio. Il Padre che mi confessò nella Confessione generale si chiama P. Fusco e fu molto tempo a Pompei con Bartolo Longo confessare i figli dei carcerati”.

3. Nota del giovedì 11 Dic. [19]19 : In questi giorni ho fatto tutto un programma di vita nuova in Gesù Cristo e di riparazione per la vita passata male spesa.

   

DON ORIONE RACCOMANDA DI SCRIVERE I PROPOSITI DI VITA

  Scrive ai chierici di Villa Moffa.

“Tortona, il 2 Agosto 1920. Cari figlioli in Gesù Cristo . Scrivetevi gli appunti , che poi me li farete vedere, perché venendo, ve li chiamerò. Nulla risparmiate per rendere fruttuosi di santi propositi e di una vita più data a Dio più religiosa e più santa questi Esercizî Spirituali. Scrivete anche i vostri propositi” .

Ai confratelli riuniti in Esercizi, quando non poteva essere presente, Don Orione era solito mandare una lettera con riflessioni e raccomandazioni .

“Vi raccomando la preghiera e lo spirito di preghiera, e di dirigere bene i vostri propositi alla vera riforma della vostra vita e alla vostra santificazione”.

  Inculcava l'esigenza di continuità, di perseveranza nel bene.

Bisogna perseverare. Non basta aver cominciato bene, bisogna continuare nei buoni propositi. Non badare a quel che è fatto, ma a quel che è da fare. Il premio non si dà a chi incomincia, ma a chi persevera : Qui perseveraverit usque in finem hic salvus erit - sarà salvo chi avrà perseverato. Quanti cominciano bene e finiscono male”.

 

SCHEMI DI PROPOSITI PREPARATI DA DON ORIONE

•  Alcuni “ricordi” dettati ad un gruppo di giovani nel Maggio del 1922.

1 - Te beato, o giovane, se temi il Signore e cammini nelle sue vie. Tu mangerai i frutti che la tua mano ha coltivato, la prosperità e la gioia saranno con te.

2 - Chi vive da vero cristiano vivrà eterno presso Dio. Dalla mano dell'Onnipotente egli riceverà un regno di gloria.

3 - Prega con fede e raccomandati sempre al Signore: fa il tuo dovere sempre. Fa del bene a tutti: del male, poi, mai a nessuno.

4 - Confessati ogni settimana con umiltà, con sincerità, con vivo dolore di aver offeso Dio. La morte, ma non peccati.

5 - L'Eucaristia è Gesù Cristo. Far la S. Comunione è ricevere Gesù Cristo nel tuo cuore. Tu la farai di frequente la Comunione , anche tutti i giorni, potendolo: ti unirai così a Gesù, il quale ti conserverà buono e puro come un Angelo.

6 - Sii devoto della Madonna e amala tanto! È la Immacolata Madre di Dio e la Madre nostra, piena di misericordia.

7 - Ama, venera e ascolta il Papa, che è il Vicario in terra di Gesù Cristo, il grande Padre e Pastore della Chiesa Cattolica e delle anime; e prega che si compiano i suoi santi voti.

8 - Ama i poveri e dividi con essi il tuo pane. Chi dà al povero, dà a Dio.

9 - Ama la Chiesa e la Patria : siano i tuoi sacri amori; proponiti ogni giorno di crescere degno di essi.

10 - Sii franco e leale in tutto, e specialmente nella religione: sii umile, onesto, amante dello studio, lavoratore: questo vogliono i tuoi cari, questo vuole Dio da te.

11 - Diamoci la mano e avanti! La Santa Madonna ti conforti e Dio ti benedica!

Tuo Don Orione

 

•  Ai Confratelli in esercizi spirituali:

Coraggio! Mantenete i vostri santi propositi : eccovi i mezzi: Gesù, vigilanza e preghiera .

Vigilare vuol dire a) stare in guardia: ad occhi aperti: che il demonio non abbia a sorprendervi: chi viaggia con valori - chi naviga in un mare pericoloso. Vivere circospetti: Beatus vir qui semper est pavidus.

Fuggire le occasioni . Qui amat periculum in illo peribit. Fuggire quei luoghi, persone, compagnie, amicizie, divertimenti, libri, quegli oggetti che già furono causa di peccato. Vivere alla presenza di Dio: «Dio mi vede».

Far conto delle cose piccole : chi è fedele nel poco, è fedele nel molto: il demonio s'accontenta, a principio, di piccole mancanze: mentiras, negligentias, palavras liberas. «Parva favilla gran fiamma seconda» dice Dante. «Qui timet Deum, nihil negligit».

Preghiera - il ricorso a Dio: è l'armatura. Chi prega si salva, pregando vi manterrete buoni.

Frequenza dei sacramenti , le sorgenti della grazia: per guarire le anime, per mantenerle nella sanità, se no diverrete deboli. Confessioni e comunioni frequenti: la v/ anima ha bisogno sempre.

Divozione alla Purissima .

 

•  Alle Piccole Suore Missionarie della Carità

Scrive da Roma, 17 febbraio, il dì delle Sacre Ceneri.

Grazia e pace a Voi, buone figliuole di Dio, Missionarie della Carità di Nostro Signore Gesù Cristo!

Vi siete, per la divina misericordia, separate dal mondo, vi siete totalmente consacrate a Dio, nell'umiltà e carità, solo desiderose di amarlo e servirlo, il Signore nella Sua Santa Chiesa e nei poveri, che sono i più cari al Suo Cuore e i nostri fratelli di predilezione.

Il Ven. Don Bosco, indimenticabile mio Benefattore e Padre, era solito confortare ogni tanto i suoi religiosi inviando Loro qualche buona parola. Ho pensato farvi piacere mandandovi anch'io per questa Quaresima alcuni brevi ricordi per la maggior perfezione del vostro spirito.

1) Orazione 24 ore al giorno, cioè far tutte col cuore e con la mente elevata in Dio, stando in solitudine interna, e riposando in piena fede e santa carità di Dio.

2) Lavorare, patire, tacere.

3) Non ti lamentare, non ti risentire, non ti giustificare.

4) Non ti vantare, non parlar mai di te, non presumere, via le vanità, l'orgoglio e l'amor proprio.

5) Silenzio, silenzio e pazienza silente e mansueta.

6) Non far la critica alle Consorelle né adularle, mai! Alle volte una falsa specie di zelo ci muove a guardar le cose degli altri con occhio nero.

7) Niente di duro, tutto per l'amor di Dio benedetto e niente per forma. E` meglio conservare con la pace della carità il nostro cuore, che convertire il mondo.

8) Pregate umilmente ed abbiate grande fede nella Divina Provvidenza.

9) Non quello che fa grandi cose esterne edifica la sua casa sulla pietra, ma quello che sta fedele al Signore, alla Santa Chiesa e all'obbedienza.

10) Lo zelo non deve esser mai ne torbido ne amaro: non lasciarti ingannare: lo zelo solamente buono è umile, dolce, obbediente.

11) La Santa Madre di Dio sia la tua tenerissima, dolcissima ed amabilissima Madre. Il nostro Istituto è particolarmente consacrato a Maria SS.ma.

12) Benedire Dio sempre e sempre Deogratias!

13) Sii piccola ai piedi di Gesù Crocifisso: sta col cuore dentro nel Santo Tabernacolo, sta in mano della Santa Madonna, della Santa Chiesa, dei Vescovi e del Nostro Santo Padre, il Papa.

14) Sta contenta sulla croce, ama il patire e per Suo amore.

15) Le anime ed i nostri cari poveri: Gesù Cristo, la Santa Chiesa e la tua piccola Congregazione si amano solo stando sulla Croce e crocifissi di carità. Vi benedico. Fate tutto in fede, in umiltà, in carità, e Nostro Signore vi conceda di star contente sulla Croce presso la Croce troverete pure la nostra Madre che sarà la vostra consolazione.

Il nostro cuore deve essere un altare dove inestinguibile arde il divino fuoco della carità: Amare Dio e amare i fratelli: due fiamme di un solo sacro fuoco.

Ed è di questo fuoco che vogliamo vivere e consumarci: questo è il fuoco che ci deve trasformare, trasportare e trasumanare. In Gesù Cristo. Sac. Luigi Orione

 

CONTENUTI DELLA PEDAGOGIA ORIONINA DELLA SANTITÀ

Don Orione, “ mistico in azione ”, padre e pedagogo di grande forza ed efficacia, capace di “trarre fuoco anche dal legno verde”, come disse di lui Frate Ave Maria, ci ha lasciato precise indicazioni circa le modalità di sviluppo della carattere e della spiritualità, ha trasmesso una vera e originale pedagogia della santità con uno speciale equilibrio dinamico tra contemplazione e azione che sta alla base della nostra particolare pedagogia della santità .

Ho sviluppato un piccolo ciclo di approfondimento di questa pedagogia orionina della santità nella parte dottrinale di quattro successive Lettere Circolari : “ La sola cosa necessaria ” (Atti n.224), “ Pedagogia della santità ” (Atti n.225), “ Sia fatta la tua volontà” (Atti n.226) e “Vedere e servire Cristo nell'uomo” (Atti n.227).

Sono riconoscibili tre linee fondamentali caratteristiche nella loro forma: la vita di preghiera, l'obbedienza alla volontà di Dio e l'esercizio della carità verso il prossimo .

•  La prima linea di unificazione è la vita di preghiera che sta al centro della nostra contemplazione e della nostra azione. L'unione con Dio è un "dono”, una grazia da invocare, un frutto dello Spirito Santo “riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5), da accogliere e coltivare mediante la relazione nei Sacramenti , il dialogo vitale con la Parola di Dio e le varie forme di preghiera che Don Orione volle “ ignìta, solida e non fuoco di paglia", “senza astruserie e sentimentalismi".

•  La seconda linea di unificazione è il fare la Volontà di Dio . Per unificare la nostra “vita dalle maniche rimboccate”, di “spiriti attivi e contemplativi”, occorre conoscere e compiere in ogni momento della nostra vita la volontà di Dio. La preghiera e l'attività sono ordinate al "fare la volontà del Padre".

•  La terza linea di unificazione tra attività e contemplazione è l'esercizio della carità verso il prossimo . L'attività, quando sia vissuta come “vedere e servire Cristo nell'uomo” , non disturba ma favorisce e realizza la contemplazione e l'unione con Dio.

 

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