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Messaggi Don Orione
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Autore: Flavio Peloso
Pubblicato in: Francesco Giorgi, Mio zio Don Enrico Contardi, missionario orionino, Edo Edizioni Oltrepò, Voghera 2012, p.384.

Mons. Francesco Giorgi ha pubblicato un libro con biografia e documenti riguardanti uno primi e più fedeli collaboratori di Don Orione: Don Enrico Contardi.
Riportiamo qui la PRESENTAZIONE (p.9-12) di Don Flavio Peloso


Giovanni Paolo II ha presentato San Luigi Orione come “ maestro ” di vita spirituale, ha parlato della sua “ scuola di santità e di dedizione ai fratelli ”.

Don Orione è stato l'iniziatore di una “ scuola di santità ” non solo perché ha vissuto e trasmesso dei contenuti nuovi di spiritualità, ma soprattutto perché ha avuto molti allievi che hanno raggiunto alti livelli nella sapienza di Cristo.

Alcuni allievi sono stati promossi a pieni voti nella eroicità delle virtù. Ricordiamo per esempio il beato Don Francesco Drzewiecki , i venerabili Don Carlo Sterpi, Frate Ave Maria , Suor Maria Plautilla Cavallo ; i servi di Dio Don Gaspare Goggi , i martiri spagnoli Padre Ricardo Gil Barcelón e Fr. Antonio Arrué Peiró , e poi altri, quali Don Carlo Pensa, Don Giulio Cremaschi, Madre Maria Tarcisia dell'Incarnazione, il canonico Arturo Perduca , Suor Maria Bontà Bonalumi , Don Giuseppe Zambarbieri, Mons. Bronislaw Dabrowski, il Dott. Domenico Isola e tanti tanti altri.

È il buon esito degli allievi la prova della validità della “ scuola di santità ” secondo il criterio evangelico del «riconoscere il buon albero dai frutti» (Mt 7, 17-19).

“Abbiamo avuto dei confratelli virtuosissimi – riconosceva Don Orione -. Tanti nostri chierici e sacerdoti sono morti in concetto di santità. Alcuni di questi sacerdoti ci hanno dato esempi luminosi di vita santa, esempi di virtù eroiche. Essi ci ammoniscono, e l'ammonimento è rivolto a me per primo, che, se vogliamo, in Congregazione possiamo veramente farci santi”.

C'è da rallegrarsi, pertanto, che per l'amorosa cura del nipote Don Francesco Giorgi, venga ricostruita la vicenda umana e religiosa di uno di questi “ confratelli virtuosissimi ”: Don Enrico Contardi.

La corona spirituale di “ esempi luminosi di vita santa ” costituisce la conferma più autentica della soprannaturalità e del valore spirituale del carisma orionino. Tale fioritura accredita San Luigi Orione come maestro di vita spirituale e collaudatore di una “ via certissima”, per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, si può arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità, secondo lo stato e le condizioni d'ognuno.

Su questa via si incamminò, deciso, Enrico Contardi.

Nacque a Montecalvo Versiggia - diocesi di Tortona - il 14 novembre 1885 da una buona famiglia di proprietari e lavoratori della terra. Il richiamo della vocazione sacerdotale e il richiamo di Don Orione giunsero insieme nel cuore di Enrico, per cui, nel 1900, entrò nel collegio “Santa Chiara” di Tortona per i suoi studi e la sua prima formazione nel clima fervoroso degli inizi della congregazione orionina.

Dopo il ginnasio fa il suo noviziato e la professione religiosa a Sanremo (1904). Poi, dal 1904 al 1907, lo troviamo alla chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri, in Vaticano, vicino al servo di Dio Don Gaspare Goggi. Studia e lavora. Scrive Don Orione: “Venendo il sacristano, Contardi potrà studiare e, fra qualche anno, prendere la santa Messa e restare qui, dove è molto amato e ben visto. Sarà l'unico che potrà succedere a don Gaspare... Qui Contardi fa proprio bene” . Conclusa la sua formazione a Sanremo, il 29 giugno 1908, è ordinato sacerdote.

Aveva da poco ripreso il suo servizio sacerdotale a Sant'Anna quando Don Orione lo chiama con sé, sui luoghi del terribile terremoto di Reggio e Messina, e gli affida l'Istituto per orfani di Cassano allo Ionio. Vi rimane fino al 1913, promuovendo la scuola professionale e facendo rifiorire il santuario della Madonna della Catena, benvoluto dal vescovo Pietro La Fontaine e dalla gente. Don Orione scrive a un amico sacerdote: “Hai conosciuto don Contardi?, Oh, se vedessi quanto bene fa! È proprio Dio con lui!” .

Nel 1913 assume la direzione dell'Istituto San Prospero di Reggio Calabria, ma, il 13 gennaio 1915, un altro terremoto distrugge Avezzano e la Marsica. Vi accorre Don Orione e subito dopo lo raggiunge anche Don Contardi. Proprio mentre è lontano gli muore la mamma e non può correre a vederla. Don Orione capisce il sacrificio e lo conforta.

Nella curriculum di vita di Don Contardi ci sono anche tre anni di servizio militare, dal 1916 al 1919, ad Alessandria, dove ha modo di svolgere il suo ministero sacerdotale con molta soddisfazione sua e dei soldati.

Dal 1919 al 1922 gli viene affidata la abazia-basilica di Grottaferrata ove c'era una situazione delicata, essendovi sia la parrocchia latina e sia quella di rito greco officiata dai Padri Basiliani. Nel presentare Don Contardi al Vescovo, Don Orione scrive: “ Egli è un buon Religioso di questa umile Congregazione, e vi fu educato da fanciullo. È stato sempre un angioletto, distintissimo da Chierico e da Sacerdote per pietà e zelo; è anche di ingegno, e insegnò francese ” .

A questo punto, avviene un grande cambio nella vita di Don Contardi. Il 10 gennaio 1922, parte dall'Italia per raggiunge Don Orione che lo chiama in Argentina. Il Fondatore gli affida un campo di lavoro davvero difficile, tra i barabba dell'Internato pubblico “Marcos Paz” di Buenos Aires. Don Contardi moltiplica bontà, intraprendenza, sacrificio. Ed anche lì il terreno produce buoni frutti. Tornato in Italia, Don Orione assicura: “Andrò a trovare i parenti di don Contardi alla Tromba” .

Dal 1927, a Buenos Aires, Don Contardi si dedica a un lavoro pastorale con molte attività; non si tira mai indietro. L'unica lamentela di Don Zanocchi, il superiore, è che “lavora troppo”. Del resto, anche Don Orione deve avvertirlo: “ Non lasciarti ingannare da uno zelo che è solo di sentimento... Si deve andare non solo col cuore, ma anche con la testa... ”.

Per i posti di frontiera Don Orione pensa sempre a lui. Nel 1937, prima di lasciare l'Argentina, Don Orione apre la missione nello sconfinato e abbandonato Chaco. C'è una città di 50.000 abitanti e una vasta regione rurale senza un prete. Vi manda lui, Contardi, a Saenz Peña. Inizia in povertà estrema, in una baracca, ma la gente si incanta di lui e presto fioriscono la vita cristiana e le attività caritative.

Ha appena il tempo di vedere i primi frutti maturare e già, nel 1940, viene inviato in un'altra frontiera, a Rosario, nel barrio “Refineria”, sorto attorno a una grande fabbrica, con tanta miseria economica e morale. Si occupa della grande scuola “Boneo” e della nuova parrocchia. Vi rimane a lungo. Ancor oggi è ricordato con venerazione.

Nel 1952, viene per una visita in Italia, da missionario, testimoniando e entusiasmando con i suoi racconti delle imprese apostoliche.

Ritorna in Argentina. Sente le forze diminuire e deve rallentare il ritmo della sua vita. Fa il cappellano all'ospedale di San Fernando.

Nel 1956, a Claypole, giungono i segnali della malattia. Capisce e, docile, si dispone a soffrire e a partire. Ancora una volta, l'ultima, il 21 marzo 1957. Aveva 72 anni di età, 53 di professione religiosa e 49 di sacerdozio.

Siamo grati a Don Francesco Giorgi che ha raccolto, ordinato e presentato un corposo materiale documentario che dà consistenza alla fama che in vita, e ancor oggi nella memoria, accompagnò la virtù e lo zelo missionario di Don Enrico Contardi, figlio della Diocesi tortonese, Figlio della Divina Provvidenza.

Dalla lettura di queste pagine viene il tacito ammonimento: se vogliamo, sui passi di Don Orione, possiamo veramente farci santi.

20 novembre 2011, Festa della Madre della Divina Provvidenza

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