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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Bilocazione di Padre Pio da Pietrelcina e la smentita di Don Luigi Orione del 19 settembre 1933.
Pubblicato in: Flavio Peloso, Don Orione e Padre Pio da Pietrelcina. Nel decennio della tormenta: 1923-1933. Fatti e documenti, Ed. Jaca Book, Milano, 1999, p.118-122.

Continua ad essere attribuita a San Luigi Orione la testimonianza di una bilocazione di Padre Pio. Ma il Santo la smentì in due autografi.

DON ORIONE HA SMENTITO DI AVERE ASSISTITO
A UNA BILOCAZIONE DI PADRE PIO DA PIETRELCINA

 

Attorno al Padre Pio da Pietrelcina - con suo dolore e con riprovazione di quanti gli erano sinceramente affezionati -, fin dai primi passi della sua notorietà, sorse un fanatismo di non buona lega. [1] Emersero qua e là individui di dubbia rettitudine e disinteresse. Sotto pretesto di divulgare la fama dello zelo veramente evangelico e della carità insigne del piissimo Frate, costoro si abbandonarono a forme di speculazione. E’ un prezzo da pagare, quasi inevitabile, là dove la “fama del soprannaturale” richiama persone d’ogni tipo. E Padre Pio pagò un prezzo altissimo, fatto anche di umiliazioni, insinuazioni, accuse.

“Parlandoci una volta – ricorda Don Luigi Orlandi, postulatore di Don Orione - lo stesso Padre Pio, riferendosi a chi appariva in prima fila di questi tristi devoti, disse: Stanne alla larga, come dalle corna di satanasso”.[2]

Una forma di esagerata devozione e, talvolta, di sfacciata speculazione fu operata nel campo della stampa. Padre Pio aiutava a convertire, non c’è dubbio. Ma aiutava anche a vendere e a far quattrini, ieri come oggi. Capitava che a quel tanto di verità dei fatti venissero mescolati particolari mirabolanti, nascevano e si diffondevano “episodi mistici” senza verità e senza paternità di fonte. Don Orione li definiva più apertamente “fandonie”.[3] E di una di queste “storielle” egli ebbe a dispiacersi molto, se sentì il bisogno di scrivere una formale smentita di cui conserviamo ancora due minute.

Il tutto pare cominciare con una pagina del libro di Alberto Del Fante dal titolo "Per la storia. Padre Pio da Pietrelcina. Il primo sacerdote stigmatizzato" (Galleri Editore, Bologna, 1932). Francesco Morcaldi presenta così il libro: “Fedeli, cosiddetti, di Padre Pio, a Bologna, attraverso il giornalista Del Fante, fecero pubblicare un 2° volume, in cui si mettevano in circolazione esagerate notizie non controllate su Padre Pio”.[4]

Nel libro si dice che "Parecchi testimoni, riferiscono di aver visto il Padre pregare sulla tomba di Pio X, nella cripta sotterranea di S.Pietro a Roma".
Poi prosegue dicendo che l'arcivescovo di Salto (Uruguay), avrebbe raccontato che "un prelato molto distinto e con i sensi interamente a posto gli confidò che, durante la beatificazione di S.Teresa del Bambino Gesù, vide Padre Pio nella Basilica di S.Pietro. Al momento in cui gli si avvicinò per salutarlo e parlargli, Padre Pio era scomparso. Tutti sanno che Padre Pio da molti anni non è uscito dal Convento".

E qui è chiamato in causa Don Orione. "Circolando questa voce in un certo ambiente, giunse pure alle orecchie di una Grande Autorità Superiore (e in nota l'Autore specifica "Sua Santità Pio XI"). Quella volle informarsi, e chiamato il sacerdote Don Orione, esso pure in odore di santità, gli chiese ragione della voce che circolava.
- L'ho veduto io pure... - rispose.
- Se me lo dite Voi, - disse Costui - ci credo".[5]

Questo corposo libro di 430 pagine, di Alberto Del Fante, ebbe un notevole successo all'epoca, tanto che, 10 anni dopo, era alla IV edizione. Di esso venne fatta una recensione-presentazione in un libro stampato a Roma, nella rubrica "I libri del successo".[6]
Qualcuno fece pervenire nelle mani di Don Orione questa pagina. Ed egli, il 19 settembre 1933, scrisse una formale smentita. Ne conserviamo due minute. "Ieri alcuni amici mi portarono un foglio, Editore Galleri, Bologna, dal titolo "I libri del successo". Dell'episodio che in esso mi tocca e che avrebbe del miracoloso nei riguardi di un buon frate, sento di dover dichiarare, pur non richiestone da alcuna parte, ma per elementare debito di sincerità, che nulla c'è di vero.[7] Sac.te Luigi Orione dei Figli della Div. Provv.za".[8]  

Nell’altra minuta, Don Orione aggiunge una nota post scriptum: “Così ritengo conveniente mettere in guardia i nostri Amici circa altre fandonie che si divulgano e mi si attribuiscono, non si capisce ancora bene con quale intendimento.[9]

Il fatto che siano conservate due minute, entrambe con molte correzioni, fa capire che Don Orione elaborò con cura questo testo di smentita, calibrò bene le parole che voleva portassero chiarezza sulla questione, certamente “non volendo detrarre alla santità di alcuno”.

Ma l’argomento era bollente, era scottante e la prudenza non era mai troppa. Anche Padre Pio dovette prendere nette distanze dal Brunatto e dal Dott. Festa dei quali paventava nuove iniziative inopportune,[10] facendo cenno a Don Orione.

Della smentita di Don Orione c’è una conferma anche da parte di Don Angelo Cristiani, un degno sacerdote di Tortona. Letto il libro di Del Fante, restò impressionato di quel racconto su “Don Orione e la bilocazione di Padre Pio”. Alla prima occasione, e fu il 16 settembre 1937, volle parlarne a Don Orione. Gli lesse il brano che lo riguardava. Don Orione corrugò la fronte e poi decisamente mi disse: “Non è vero, smentisci, ti autorizzo a smentire”.[11]

Ormai la notizia era "lanciata" e non c'è smentita che valga. La ritroviamo, ad esempio, in un sottotitolo di un altro stralcio di articolo di giornale dedicato al "Il dono della bilocazione" di Padre Pio: "Don Orione lo vide genuflesso sulla tomba di Pio X".[12]

La succosa notizia rimbalza nelle varie pubblicazioni riguardanti Padre Pio, sia per l'importanza dell'episodio, sia per l'autorevolezza dei "testimoni" chiamati in causa: un "alto prelato", Don Orione e Pio XI che mostrerebbero di accreditare il fatto.

Il racconto è presente con tono storico-descrittivo, e sempre senza citazione della fonte, anche nell'opera in 3 volumi dei giornalisti Luciano Cirri e Francobaldo Chiocci, dal titolo "Padre Pio. Storia di una vittima".[13]
"Don Luigi Orione, il Servo di Dio fondatore della 'Piccola Opera della Provvidenza', raccontò a Papa Ratti di aver visto Padre Pio genuflesso nelle grotte vaticane davanti alla tomba di Pio X, ancora non salito alle glorie degli altari. 'Se me lo dite voi, ci credo', fu la risposta di Pio XI. Don Orione era stato uno dei più battaglieri sostenitori della causa di Padre Pio contro i 'decreti punitivi' del Sant'Offizio".[14]

Al disappunto di Don Orione fece eco, più recentemente, un articolo e la riproduzione dell’autografo di smentita di Don Orione sul Bollettino della Congregazione "Piccola Opera della Divina Provvidenza". Al tema dedicò una pagina anche Domenico Sparpaglione nella sua fortunata biografia del Beato tortonese.[15]

Successivamente le cose però non migliorarono di molto. Solo Padre Fernando da Riese Pio X ha messo sull’avviso di questa “storiella” nella sua ampia e ben documentata biografia, “Padre Pio da Pietrelcina, crocifisso senza croce”.[16] In vari altri libri, invece, ricompare la storiella di Don Orione “testimone della bilocazione di Padre Pio”. Naturalmente, senza un minimo di citazione della fonte e ancor meno di verifica della fonte.

Chi conosce Padre Pio e Don Orione sa che la loro grande stima e devozione reciproca non è onorata da queste “storielle” spregiudicate, come non è favorita la pietà dei fedeli quando non è illuminata dal meraviglioso splendore della verità.

 


[1] Si veda per esempio la lettera molto forte di Padre Pio dove denuncia la “falsa e indegna propaganda… e morboso fanatismo” di alcuni suoi sostenitori; Epistolario IV, 48-50.
[2] Padre Pio da Pietrelcina e il servo di Dio Don Luigi Orione, p.209.
[3] Anche Papa Giovanni XXIII ebbe a chiarire una “profezia”, falsamente attribuita a Padre Pio, sulla sua elezione al Soglio pontificio.
[4] Morcaldi 11. Il giornalista Alberto Del Fante raccoglie notizie, episodi miracolosi di guarigioni, profumi, profezie, apparizioni, bilocazioni, senza seria verifica delle fonti e della verità fattuale. In questo libro l’autore riprende i contenuti del precedente “Padre Pio da Pietrelcina, l’araldo del Signore” (Galleri, Bologna, 1931) proibito dal Sant’Uffizio con intervento del 22 maggio 1931. Del Fante, con il gruppo dei devoti “bolognesi, divenne l’impresario della fama di Padre Pio, ma lo stesso Padre Pio denunciò all’arcivescovo Cesarano il «falso entusiasmo» di «falsi profeti, che pur si dicono dei miei» (Lettera del 2 aprile 1932, Epistolario IV, 49).  Eppure il libro divenne fonte di coloro che scrissero e ancora scrivono di Padre Pio.
[5] Il testo è ripreso dalla IV edizione del libro, 1943, p.266-267.
[6] Si tratta del Catalogo della biblioteca circolante Formíggini, Palazzo Doria al Corso (Vicolo Doria 6a) - Roma, A. F. Formíggini, 1933, di p.844. Il testo è riprodotto in parte nell'opera di CHIOCCI F.- CIRRI F., Padre Pio. Storia di una vittima, voll. 3, Roma, 1967.
[7] Sottolineatura di Don Orione.
[8] Si tratta di una minuta autografa conservata nell'Archivio generale dell'Opera Don Orione, in Scritti 53-251. Non è riportato il destinatario; potrebbe essere o l'Autore o l'Editore del libro o il Bollettino della Piccola Opera della Divina Provvidenza, dato che accenna agli “Amici”.
[9] Minuta, sempre datata 19.11.1933, in Scritti, 53-250. Nel testo cancellato alludeva più esplicitamente alla “vita di un buon Padre Cappuccino”; invece di “fandonie”, in un primo momento aveva scritto “storielle”, poi cancellato. Altre cancellature significative riguardano due incisi poi caduti nel testo, e cioè: “pur non volendo detrarre alla santità di alcuno” e “per elementare dovere di sincerità”.
[10] In una lettera del 7 agosto Epistolario IV, 109. Il Brunatto sapeva tante cose dopo le inchieste nelle quali fu chiamato a collaborare, mentre il Dott. Giorgio Festa era fortemente ostile a Padre Agostino Gemelli.
[11] Don Angelo Cristiani, sacerdote amico della diocesi di Tortona. Relazioni, C. 22.2, ADO.
[12] Sempre riportato in Chiocci - Cirri, vol. III, cit., p.55. Ne scrive Maria Winowska in Incontri con Padre Pio da Pietrelcina, La Voce del Popolo, 30.1.1959, p.6.
[13] Ed. I libri del NO,  Via Ravenna 9b, Roma, 1967. Sono una raccolta di testimonianze, foto, documenti, stralci di giornali, ecc. con ricostruzione di tutta la travagliata vicenda di Padre Pio.
     [14] Così a p.282 del vol. I. I termini dell' "episodio" sono i medesimi del libro di Alberto Del Fante. Diverso è il racconto fatto dal Brunatto in Franciscus, p.88-89. Don Orione gli avrebbe detto di aver incontrato Padre Pio alcune volte in San Pietro “… per esempio alla beatificazione di santa Teresa del Bambino Gesù. Lo vidi venire verso di me sorridente, attraverso la folla e gli andai incontro. Ma quando fu a due passi scomparve”. Efficace giornalisticamente, ma sconcertante è l’abitudine ‘creativa’ di Brunatto di mettere in discorso diretto, citato tra virgolette, le parole di altre persone.
[15] Padre Pio da Pietrelcina e il servo di Dio Don Luigi Orione in La Piccola Opera della Divina Provvidenza, anno 63, n.21-22 (novembre 1968), p.210-211; l’autore dell’articolo è quasi sicuramente Don Luigi Orlandi. Cfr. Sparpaglione D., Il beato Luigi Orione, San Paolo, Cinisello B., 1998, IX ed., p.215-216.
[16] Cfr. la nota 68 di p.191, nella II ed., Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, San Giovanni Rotondo, 1984.

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