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Messaggi Don Orione
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Nella foto: La bandiera polacca nella cameretta di Don Orione a Tortona dal 1° settembre 1939.
Autore: Anzelm Weiss
Pubblicato in: «Don Orione incontra la Polonia», in Don Orione e il Novecento. Atti del Convegno di Studi (Roma 1–3 marzo 2002), Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003, 161–178.

Studio del prof. Anzel Weiss presentato al Convegno "Don Orione e il Novecento", Roma, 1-3 marzo 2002.

DON ORIONE INCONTRA LA POLONIA

Anzelm Weiss

 

Introduzione

            Non sono orionino, sono sacerdote diocesano, professore della Storia della Chiesa all’Università Cattolica di Lublino. Qui, per molti anni, ho guidato come moderatore e ho aiutato alcuni sacerdoti e chierici della Congregazione di Don Orione a scrivere le tesine di magistero. Così ho conosciuto la storia della Congregazione in Polonia, e insieme, molti stupendi figli spirituali di Don Orione. Queste conoscenze sono state utili e mi hanno indotto a voler conoscere la meravigliosa e carismatica figura di Don Orione, le sue opere e il loro apporto nel mondo cristiano. Mi ha affascinato la grande ammirazione e stima che nutriva Don Orione verso i polacchi e la Polonia, e la visione carismatico - profetica relativa al ruolo della Congregazione nella nostra Patria. Per questo ho accettato volentieri di preparare questa breve relazione.       

L’argomento: “Don Orione e la Polonia” ha già la sua storia. Lo hanno affrontato sia italiani[1]che polacchi[2]. Mi servo del patrimonio da loro lasciato per aggiungere quanto è di mia conoscenza.

Il mio intervento ha il carattere di una riflessione storica e vuole documentare quanto il mio popolo deve a Don Orione. Lo svolgerò in  cinque punti:

  1. Il cammino di Don Orione verso la Polonia nei suoi discorsi.Le origini e l’affermarsi della Congregazione in Polonia.

  2. La notte dell’occupazione bellica (1939-1945).

  3. Il periodo del dopo guerra e il compimento della profezia di Don Orione.

  4. Beatificazione.

 

I. Il cammino di Don Orione verso la Polonia nei suoi discorsi

            Don Luigi Orione ha abbracciato ogni uomo con una carità vera, intensa, ed ha prediletto in modo speciale i poveri, indipendentemente dalla loro nazionalità. Per questo, le sue opere e le case dei Figli della Divina Provvidenza si sono diffuse in diversi paesi e continenti. Don Orione gioiva per la fondazione di una nuova casa e si recava sovente a visitarla.  Si è recato due volte in America Latina ma, purtroppo, non ha potuto raggiungere tutti i paesi, dove i suoi figli svolgevano la loro attività all’insegna della sua carità immensa.  Non è mai stato neanche in Polonia, anche se lo desiderava molto[3]. Ha dimostrato durante tutta la sua vita, un eccezionale affetto per gli stranieri, una sincera amicizia, si potrebbe dire, ed anche per la nostra Patria. Ha scritto ai polacchi e in occasione di incontri con chierici, suore e sacerdoti polacchi ha parlato sempre con molto calore della Polonia. I suoi discorsi, in merito, contengono tutta una serie di informazioni, notizie storiche e religiose e alcuni di essi hanno perfino carattere profetico[4]. In tutto si rileva il temperamento e la spiritualità di don Orione.

Dopo il 1 settembre 1939 il tenore dei discorsi si modificò: esprimeva dolore per quello che succedeva in Polonia. Egli condivideva appieno le nostre sofferenze e implorava per noi sollievo e forza per sopportare la croce in generosa adesione alla volontà di Dio. Ecco alcune sue espressioni: nazione a cui ho sempre voluto molto molto bene[5]. …Polonia, nazione tanto amata dalla Chiesa e tanto cara al mio cuore[6]. …ho sempre avuto una speciale predilezione per la Polonia…[7] Ho avuto grande amore per la Polonia…[8] Io amo tanto i polacchi! Li ho amati fin da ragazzo, li ho sempre amati![9]

Perché mai tanta tenerezza in Don Orione per la nostra nazione? Risponde lo stesso beato a questa domanda. Anzi, egli descrive con assoluta precisione come, dove e quando è nato in lui questo sentimento. Dice così: “…dalla stessa scuola di Don Bosco ho imparato ad amare la Polonia…”[10]. Don Orione negli anni 1886-1889 ha studiato nell’oratorio di don Bosco, a Valdocco in Torino. Lì ha incontrato un gruppo di ragazzi polacchi, che provenivano da diverse parti della Polonia per studiare ed entrare a far parte della Congregazione salesiana. Erano ragazzi  coraggiosi, capaci, profondamente religiosi e ferventi di amor patrio, che  credevano nella sua risurrezione[11]. Il polacco che ha particolarmente impressionato don Orione è stato il principe Augustyn Czartoryski – oggi servo di Dio – il quale, nonostante le proteste della famiglia, seguì la vocazione alla vita religiosa e al sacerdozio. Edificava tutti con la sua profonda umiltà e per la fervorosa pietà[12] e  Don Orione fu testimone della sua vestizione religiosa. Il nostro Beato riportava anche un altro ricordo di quel periodo: “Quand’ero all’Oratorio di Torino ci conducevano al passeggio e ci dicevano: “Là vive un Generale polacco[13], che è venuto ad offrire il suo sangue per l’Italia”. Io sempre, quando passavo davanti a quel palazzo, alzavo gli occhi a quella finestra e il cuore al Signore e pregavo per quel Generale. Sentivo un amore particolare per lui, che aveva offerto la sua vita per la nostra cara Italia[14]. Da questo è sorto l’amore di Don Orione per la Polonia, né desta meraviglia che avendo egli frequentato giovani polacchi e avendo ascoltato la storia del generale, si sia sentito attratto da simpatia e amore per un Paese che dava dei figli tanto generosi. Inoltre, attraverso lo studio della Storia della Chiesa, durante gli anni di teologia, aveva rilevato quale ruolo avesse svolto la Polonia nella storia dell’Europa[15] e come essa avesse fatto da scudo nella difesa del cristianesimo dall’invasione  turca[16] e dalla potenza dell’ortodossia russa[17]. Anche quando, la Polonia , preda di usurpatori, non compare sulle cartine geografiche dell’Europa, come nazione (fine del ‘700), non per questo i polacchi, divisi politicamente, hanno perso la loro caratteristica e l’unità di pensiero; essi hanno sempre difeso, fino al martirio, la propria fede, il loro cristianesimo, la fedeltà e l’unione alla Santa Sede e al Papa.[18]. Hanno confidato in Maria, la Regina della Corona Polacca, circondando di una particolare venerazione la sua icona di Częsctochowa[19]. Questi valori: Dio – Papa – Maria che don Orione ha sempre amati e che ha trasmessi alla Piccola Opera della Divina Provvidenza come il più caro patrimonio, determinarono quell’affinità spirituale che rese così vicini Don Orione e i polacchi[20].

 

II. Le origini e l’affermarsi della Congregazione in Polonia

Don Orione, serbando in cuore sentimenti così vivi nei confronti dei polacchi, voleva che essi partecipassero alle sue opere. Il Fondatore, coll’inserire dei polacchi nella Congregazione, mirava alla possibilità di realizzare anche un altro sogno e sua viva intenzione: convertire la Russia. Questa idea si era impossessata della sua anima sin dalla gioventù. “I polacchi, per l’affinità della lingua, - pensava - sarebbero i più adatti per compiere questa missione”[21]. Questa sua simpatia per la Polonia è nota generalmente e si rileva da ogni  sua biografia[22].

            “L’insediamento della Congregazione in Polonia ha un enorme significato. Anche don Orione era convinto, come Belloc e Chesterton, che la Polonia ha un enorme significato per tutto il cristianesimo[23].

            Dopo il 1900, quando la Congregazione ha messo radici a Roma, il Fondatore ha rivolto l’attenzione ai pellegrini dalla terra polacca che affluivano numerosi alla Città Eterna a scopo di pellegrinaggio[24]. Tra questi, molti i giovani che sognavano il sacerdozio. Don Orione, tramite don Józef Hazbiewicz,  cercò di guadagnarne alcuni per la sua Congregazione.

            Il primo polacco, con ogni probabilità, che seguì Don Orione fu  don Marcin Bąk e dopo di lui, don Robert Szulczewski[25]. Il terzo – anche per suggerimento di don Hazbiewicz – fu don Aleksander Chwiłowicz. Seguirono altri: don Franciszek Ligenza, don Ludwig Szczygieł, Władysław Skoczek e molti altri. Non tutti si fermarono nella Congregazione.

            Piantare le tende della Congregazione in terra polacca, non fu facile per diverse ragioni. Soprattutto a causa del frazionamento politico  della nazione, l’evento della Ia Guerra Mondiale. Si dovettero attendere i tempi della  2a Repubblica, e quindi il recupero dell’indipendenza, perché le migliorate condizioni permettessero di “trapiantare” le nuove congregazioni religiose in territorio polacco.[26]. Per questo, solo nel 1923 don Orione  mandava don Aleksander Chwiłowicz a lavorare per la Congregazione in Polonia.

            Per dare inizio all’attività orionina si scelse  Zduńska Wola, una città industriale, molto trascurata sotto l’aspetto religioso, ma indicata da Mons. Stanisław Zdzitowiecki (1902-1927), vescovo ordinario di Włocławek, eccezionalmente affabile con gli orionini. All’inizio don Aleksander lavorò come vicario nella parrocchia dell’Assunzione della B.V.M. e organizzò un collegio. Ottenne il riconoscimento dello statuto della Piccola Opera dal Ministero delle confessioni religiose e dell’Istruzione Pubblica, il che permetteva alla Congregazione di operare legalmente nel territorio della Polonia. Nel 1924  comperò un edificio di un piano, lo fece ampliare e lo chiamò “Casa delle Missioni”; vi istituì un ginnasio umanistico per i ragazzi e, sul posto, diede anche inizio ad un piccolo Seminario.. Dal 1925 funzionò, presso la Casa delle Missioni, solo uno studio filosofico, per cui  i chierici, per studiare  teologia, venivano mandati in Italia. Presso questa casa vennero radunate anche le aspiranti per il ramo femminile della Congregazione. L’apertura della casa delle suore orionine è avvenuta il 3 ottobre 1932.

            Il Fondatore, per dare un aiuto a don Chwiłowicz, gli  mandò don Robert Szulczewski, don Ludwik Szczygieł (1924) e don Biagio Marabotto (1925), quest’ultimo come suo rappresentante personale. Egli all’inizio  prese in mano la formazione religiosa, e nel 1928 tutto il governo dell’opera.[27]Alla fine degli anni trenta fu inviato anche don Mario Zanatta, che  lavorò, in qualità di parroco, a Łaźniew, spesso lodato dal Primate Wyszyński.

            Nel 1929 fu aperta, presso la Casa di Zduńska Wola, una tipografia della Congregazione ed  ebbe inizio la stampa del periodico intitolato La Piccola Opera della Divina Provvidenza, utilissimo per diffondere la conoscenza della Congregazione e delle sue opere. Si crearono ben presto laboratori di lavori in metallo per i ragazzi, e si diede vita a diverse associazioni. Ogni anno, venivano invitati centinaia di bambini di famiglie povere di Łódź e di altre città, per le vacanze estive. Attività di questo genere  diffusero buona  fama della Congregazione in Polonia. I vescovi, dalle varie diocesi della Polonia si rivolgevano a don Orione chiedendogli sacerdoti orionini perché svolgessero simili attività nel loro territorio. Don Orione però non poté soddisfare le richieste, sia perché non disponeva di personale a sufficienza, nonostante il crescente numero di vocazioni, sia per l’opinione del Vescovo Radoński che non approvava il diffondersi delle opere orionine al di fuori di Włocławek, almeno all’inizio. Don Henryk Demrych ebbe, da parte di don Orione, nel 1931, la delega per l’incarico di direttore della Tipografia Diocesana nella Libreria Popolare a Włocławek. Un anno dopo don Demrych fu nominato vice-custode del Duomo. Il premuroso e disinteressato lavoro di don Demrych e dei suoi collaboratori suscitavano l’ammirazione del clero di Włocławek. Conosciute le necessità pastorali della città, egli stesso propose al vescovo Karol Radonski di costruire, in occasione del suo 25° di sacerdozio, una parrocchia, con annesso un calvario da lui progettato, in Grzywno, il più povero e totalmente trascurato quartiere operaio di Włocławek e di affidarlo agli orionini. Nei  lavori  per l’erigenda parrocchia, collaborarono attivamente, accanto a don Demrych,[28] don Stefan Wyszyński,  laureato, che si distingueva già allora come professore del seminario di Włocławek e responsabile della pastorale degli ambienti operai[29]. Questa collaborazione permise a Mons. Wyszyński di conoscere bene la Congregazione, il suo carisma e molti meravigliosi sacerdoti. Diventò un grande amico della Congregazione.

            Dal 1928 al 1940,  la Congregazione ebbe un notevole sviluppo sia per il personale religioso sia per ampiezza di territorio. Nel 1940 aveva 6 case: Zduńska Wola, la parrocchia di Włocławek, di Kalisz-interno, Izbica Kujawska (una colonia agricola; oggi una casa di Assistenza Sociale per gli adulti, dedicata a don Carlo Sterpi), a Varsavia (laboratori per i lavori in metallo; oggi Centro educativo giovanile[30]) e a Łaźniew vicino a Błonie (Orfanotrofio). Appartenevano alla Congregazione 29 sacerdoti in Polonia  e all’estero, 31 chierici, 18 fratelli, 7 novizi; in totale 85 persone. Per questo già nel 1936 fu approvata la Vice-Provincia e nel 1940 la Provincia di San Stanislao Kostka (rinominata nel 1969 e chiamata della “Madonna di Częstochowa”). Il primo direttore provinciale fu don Biagio Marabotto (1940-1945).

 

III. La notte dell’occupazione bellica 1939-1945

            Gli anni dell’occupazione bellica del 1939-1940 furono gli anni delle più terribili esperienze per la Polonia. Anche don Orione ha vissuto l’invasione della Germania hitleriana con tanto dolore, tanto più che l’Italia si era alleata alla Germania. Egli lasciò i suoi religiosi e le suore assolutamente liberi di tornare nel paese o di rimanere in Italia. A questi ultimi  garantiva accompagnamento e aiuto, nonostante la sfiducia delle autorità fasciste nei confronti dei polacchi. Cercava di confortarli e incoraggiarli col suo fervore e col suo amore paterno. È bello ricordare il suo discorso del 2 settembre 1939 rivolto ai chierici polacchi, pronunciato nella casa madre a Tortona e, nello stesso giorno, il discorso alle Suore Missionarie della Carità (Suore orionine). Il 3 settembre  radunò i chierici polacchi e i sacerdoti nel santuario della Madonna della Guardia. L’altare era  adornato con la bandiera bianco-rossa, e dopo la predica piena di fervore lui l’ha baciata per primo: quella bandiera, e lo stemma con la Madonna di Częstochowa, ha messo sopra il suo letto e adornano fino ad oggi la sua camera.

            Nella Polonia, durante  l’occupazione, la Congregazione condivideva tutti i tormenti della società. Il fatto che gli orionini erano una Congregazione di origine italiana e che avevano come superiore un italiano, ha risparmiato ma solo per poco, la Congregazione. Gli orionini se ne sono serviti per portare un incredibile aiuto ai bisognosi. In quegli anni don Biagio Marabotto si  dimostrò come l’uomo della Divina Provvidenza. La sua attività era universale; egli sfidava pericoli ed affrontava sacrifici fino all’eroismo. Riporterò solo i fatti più importanti, le sue imprese e realizzazioni, a favore della Chiesa polacca e dello Stato.

            Nell’autunno del 1939  ricevette dal nunzio di Polonia, arciv. Filippo Cortesi, l’archivio della nunziatura che egli nascose a Szymanów e a Łaźniew. Manteneva contatti con il nunzio a Bukarest e a Berlino, e più tardi, – come mediatore clandestino – con la Santa Sede. Raccoglieva il materiale sulla situazione della Chiesa in Polonia e dello stato polacco, in un sotterraneo, dal vescovo Stanisław Adamski, dal prof. Eugeniusz Dąbrowski e da altri. Faceva da mediatore, nel trasmettere questi dati a Roma, servendosi degli italiani che erano a Varsavia. La sig.ra Luciana Frassati Gawrońska ha consegnato, tra l’altro, a mons. Giovanni Montini (il futuro papa Paolo VI) un dossier ricevuto da don Marabotto[31].

            Don Marabotto riceveva e trasmetteva anche le offerte della Santa Sede per la Chiesa in Polonia. Aveva cura di 92 chierici, che aveva collocati nei seminari rimasti ancora aperti. Nel 1942 nascose due chierici di Vilnius, i quali erano scappati dall’arresto. Uno di loro è stato il diacono Edward Kisiel ( poi arcivescovo a Białystok). Aiutò le suore orionine a trovare casa e lavoro a Otwock, dopo che fu loro chiuso, nel 1942, il Piccolo Cottolengo (i tedeschi uccisero circa 70 assistiti dell’istituto). Ha preso sotto la sua protezione, tramite don Jan Zieja, cappellano dell’Armata Nazionale Polacca,  i ragazzi ebrei che correvano il rischio di morte e li  nascose nella casa di Łaźniew. Moriva il 5 maggio 1945, malato di tifo, contratto  assistendo i malati[32]. Fu martire del ministero sacerdotale.

            In tale contesto si può dire che la Congregazione ha superato la guerra ma ha riportato dolorose  ferite: due suoi membri, don Robert Szulczewski e don Franciszek Drzewiecki sono stati uccisi nel campo di concentramento di Dachau. Quest’ ultimo è stato beatificato, tra gli altri 107 martiri, da Giovanni Paolo II a Varsavia il 13 giugno 1999[33].

 

IV. Il periodo del dopo guerra e il compimento della profezia di Don Orione

            Don Orione nella sua lettera del 24.11.1937 indirizzata a don Henryk Demrych aveva predetto uno sviluppo delle sue opere in Polonia. Scriveva così: È da anni che, più che un presentimento, sento in cuore una grande fede che cioè la Divina Provvidenza, per le mani di Maria SS., fonderà in Polonia molti istituti di beneficenza a pro degli umili, dei piccoli e della povera gente più derelitta. Preghiamo e lavoriamo.[34] Queste parole, a quanto pare, si sono avverate.

            La Congregazione, dopo il 1945, come anche tutta la Polonia, con notevoli cambiamenti nei confini e nel regime politico, ha cercato di curare le ferite. Dagli anni ’50 incomincia uno sviluppo sistematico e dinamico della Congregazione. La situazione della Provincia, nel 1999, era la seguente: 20 case in Polonia, 92 sacerdoti, 22 chierici, 7 fratelli, 9 novizi e un aspirante. Ci sono ancora quattro orionini polacchi in Bielorussia, due in Madagascar, uno in USA e uno in Kenya. I numeri però non danno la visione completa delle opere. Per es. la casa di Zduńska Wola comprende tre grandi istituti: il Seminario Maggiore, la parrocchia di Sant’Antonio e l’Ostello di don Franciszek Drzewiecki per i senza tetto a Henryków[35]. A Łaźniew c’è oggi la parrocchia, la Casa per i malati e la Casa di ritiro per i malati. Una situazione simile si riscontra anche in altre case. Vale la pena accennare che la Provincia polacca è l’unica, nella Congregazione, che ha il suo proprio centro scientifico al servizio delle sue attività carismatiche. Ne ha un grande merito il defunto padre prof. Tadeusz Witkowski, il quale  fondò, presso l’Università Cattolica di Lublino, il Centro e la Cattedra con l’Istituto della Psicologia di Riabilitazione.

Negli anni cinquanta l’azione delle autorità civili contro la Chiesa, sembrava dovesse durare a lungo e che sarebbe stata senza compromessi. Quando l’arciv. Stefan Wyszyński  diventava primate della Polonia, il 12 .11.1949, nel segretariato della Conferenza dell’Episcopato Polacco c’era bisogno di una persona esperta, di fiducia, dalle profonde convinzioni che il lavoro per il Papa e per il Vescovo è un servizio a Cristo stesso. Sapeva egli, che don Orione formava i suoi confratelli a questo spirito. Per questo  affidava, nel 1950, a don Bronisław Dąbrowskil’incarico di direttore del Segretariato della Conferenza dell’Episcopato Polacco. Nominato vescovo ausiliare di Varsavia nel 1961, dal 1969 al 1993 è stato segretario della Conferenza dell’Episcopato Polacco. L’8.06.1982 è stato nominato arcivescovo titolare[36]. Il titolo di membro della Commissione Comune dei Rappresentanti del Governo e dell’Episcopato gli era stato riconosciuto per la difesa dei diritti della Chiesa in Polonia.

Dal 1971 i problemi relativi ai rapporti tra la Repubblica Popolare Polacca e il Vaticano, hanno raggiunto una drammaticità tale  che il Primate ha creduto indispensabile il contatto continuo con la Santa Sede. Egli però, a causa dei molteplici impegni, non avrebbe potuto farlo personalmente. Delegava pertanto,  per i rapporti col Vaticano, mons. Dąbrowski – una persona che godeva la sua totale fiducia. Il vescovo si è dimostrato diplomatico eccezionale. Il suo merito è stata la fondazione della permanente gerarchia ecclesiale nelle Terre Occidentali, la nomina del delegato della Santa Sede per i rapporti con il governo della Repubblica Popolare Polacca e ha portato alla conclusione la normalizzazione dei rapporti Chiesa – Stato – Santa Sede. Il papa Paolo VI ha stimato molto la sua attività. Durante l’udienza privata del 6.02.1975 ha detto a mons. Dąbrowski: Lei Eccellenza ha una missione rilevante, un compito responsabile. Come figlio di don Orione Lei, Eccellenza, ha una speciale grazia per questo servizio a favore non solo della Chiesa in Polonia, ma anche della Chiesa universale. La vostra lotta serve a tutta la Chiesa. Siamo contenti e La benediciamo, Eccellenza[37]. Peter Raina, che ha pubblicato molti studi riguardanti la storia contemporanea della Chiesa in Polonia,[38] parla così dei meriti di mons. Dąbrowski: Egli apparteneva, insieme con il Primate del Millennio e il Metropolita di Cracovia, card. Wojtyła, al gruppo dei tre più eminenti sacerdoti, figli della Chiesa in Polonia, i quali nel secolo scorso hanno vegliato i vivi interessi della Chiesa e della Nazione. Tutti questi tre personaggi trainava, come l’ha giustamente definito il Primate del Millennio “ il carro della Chiesa paterna insieme ”. E il più perfetto segretario dell’Episcopato Polacco rimane l’arcivescovo Dąbrowski[39]. Nel Segretariato dell’Episcopato ha anche lavorato don Franciszek Gościński e continua a lavorare don Edward Sobieraj.

 

V. La beatificazione

            La Congregazione degli orionini e delle Suore orionine sono un magnifico dono dell’amore di don Orione alla nostra nazione. La Chiesa in Polonia, apprezzando questo dono, ha cercato di “pagare” il debito di gratitudine appoggiando con tutte le energie gli sforzi per la beatificazione del Fondatore – Servo di Dio. L’Episcopato Polacco, con il Primate a capo e con il cardinale di Cracovia Karol Wojtyła, hanno portato delle domande al papa Paolo VI per la sollecita beatificazione di don Orione[40]. Un “promotore” instancabile è stato anche l’arcivescovo B. Dąbrowski. E proprio la Divina Provvidenza ha permesso a uno di quelli che lo chiedevano, a Giovanni Paolo II, di innalzare don Orione alla dignità degli altari.

            Merita attenzione il sentimento che lega il Santo Padre a Don Orione, lo si rileva nella gioia che gli ha procurato questa beatificazione. L’ha espresso nel discorso che ha pronunciato il 28.10.1980 ai pellegrini polacchi, partecipanti alla beatificazione di don Orione. Giovanni Paolo II gioiva, perché, diceva: Sarebbe difficile non vedere anche in questo fatto – che questo Grande Amico della Polonia è stato elevato agli altari dal Papa venuto dalla Polonia – un particolare intervento della Divina Provvidenza. Poi ha aggiunto: E abbiamo la viva convinzione che anche lui prega con noi. Anche se Don Orione non era figlio della nostra terra come tutti gli altri Patroni della Polonia,… grazie al carisma del suo cuore, è diventato uno dei nostri Patroni, perché anche se la Polonia non era la sua patria terrestre, era in certo senso la patria della sua anima. Una frase  simile ha pronunciato il Primate nel suo discorso durante lo stesso incontro: Io ritengo che anche adesso Don Orione è un eccezionale Patrono che prega in cielo per la Polonia[41].

            Tornando al discorso di Giovanni Paolo II bisogna ricordare che il Papa ha riconosciuto nel Beato Orione il patrono del suo pontificato.

            Il Sig. Primate ha gentilmente accennato anche al grande attaccamento del Beato alla Sede Santa Apostolica, alla persona del Successore di S. Pietro – al Papa. Mi permetterò di dedurre da ciò ancora una conclusione. Penso che questo papa venuto dalla Polonia abbia anche in paradiso un nuovo Patrono che intercede per lui… sostiene il suo servizio, le sue iniziative e la sua umana debolezza in questo posto al quale è piaciuto alla Divina Provvidenza di metterlo, di chiamarlo. Questa mia grande fiducia nella intercessione del Beato Don Orione desidero proclamarla davanti a tutti voi che siete figli e figlie spirituali, davanti a voi tutti che siete i miei compatrioti[42].

            Dopo le affermazioni così commoventi del Primate e del Papa è sorta una bella “Preghiera per la Patria”, nella quale i polacchi pregano Dio – ogni giorno dopo la Messa – per intercessione del beato Luigi Orione per le grazie necessarie alla loro Nazione.

 


[1] L. Orlandi, Don Orione e la Polonia, “La Piccola Opera della Divina Provvidenza” 61(IV-V 1966) p.64-75. - A. Lanza - F. Peloso, Don Orione e la Polonia (pro manoscritto, Archivio generale, Roma) p.1-9.

[2] B. Majdak, Ks. Orione i Polacy, “Gość  Niedzielny”, (1972) n° 47, pp. 57-58. K. Piłatowicz, Don Orione e la Polonia, “Messaggi di Don Orione”, 13(1981), n.50.

[3] Nella lettera del 20 settembre 1925 rivolta alla Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza in Polonia scrive così: “Io affretto con vivo desiderio l’aurora di quel giorno che potrò venire a vedervi e ad abbracciarvi nel Signore costà, nella vostra cara Polonia. Spero che ciò sarà nella prossima primavera, ma questa mia speranza sta tutta nel Signore e nella efficacia delle vostre preghiere. Pregate dunque anche per questo”,  Listy ks. Alojzego Orione (wybór). Warszawa 1981 p. 418. (continua cit. Listy), List do ks. Henryka Demrycha, z dnia 24 XI 1937: “…vorrei essere in Polonia per assisterti. Ti sono spiritualmente vicino, e prego la santa Madonna per la tua guarigione”, Listy p.433.

[4] Per esempio nella lettera del 5.01.1929 scrive alla casa di Zduńska Wola: “Mantenete la Polonia fedele e attaccata a Roma, e la benedizione di Dio sarà sopra di voi e farà prospera e gloriosa nella fede e nelle opere della civiltà la vostra terra. La Polonia sarà libera potente e grande finché sarà attaccata alla Chiesa di Roma e devota al Papa”; Listy p.426.

[5] 15 maggio 1904; Scritti 33, 31.

[6] 6 agosto 1927; Scritti 32, 55.

[7] 8 dicembre 1929; Parola II, 143.

[8] 23 aprile 1939; Parola X, 155.

[9] 8 marzo 1940; Parola XII, 134.

[10] Parola X, 156.

[11] B. Kant, Sztygar Bożej kopalni, Łódź 1983 p.248.

[12] J. Bażydło, Augustyn Franciszek Czartoryski in Encyklopedia Katolicka, Vol. 3. Lublin 1979 col. 767.

[13] Ks. B.Majdak, e con lui ammettono anche altri che quel generale è stato Wojciech Chrzanowski (1793-1861). Di questo generale tratta ampiamente: B.Pawłowski. PSB III p. 463-467. Cfr. M.Zywczyński. Włochy nowożytne, Warszawa 1971 p. 133-134.

[14] Parola XII, 134.

[15] “La Polonia che fu sempre fedelissima alla Chiesa e cristiana, e in altri tempi, difese l’Europa anche contro il nemico che voleva trasformare la Chiesa di San Pietro in una scuderia di cavalli”; Parola XI, 131.

[16]Il grande re polacco Giovanni III Sobieski difese, sotto Vienna, la cristianità e l’Europa dalle orde dei Turchi”; Parola X, 155.

[17]La Polonia è la Nazione che ha sempre mantenuto la sua fede davanti allo scisma russo”; Parola II, 143.

[18]Il popolo polacco sempre si distinse fra gli altri popoli cattolici per il suo amore e attaccamento alla Sede Apostolica, alla Chiesa e al suo Capo visibile sulla terra, il Papa”; Parola X, 156.

[19] Polonia, terra consacrata alla Madonna tanto venerata nel Santuario di Częstochowa (Parola II, 143).

[20] Cfr. le osservazioni di L.Orlandi, cit., p.66.

[21] B. Majdak,  Dzieje Zgromadzenia Księży Orionistów w Polsce 1923-1945, Warszawa 1976. p. 17. (cit. Majdak. Dzieje).

[22] Cfr. D. Sparpaglione, Ksiądz Orione, Bergamo 2000.

[23] D. Hyde,  Rozbójnik Boży. Historia księdza Orione „Ojca ubogich”, Warszawa 1988. p.77.

[24] Hyde, cit. p. 77.

[25] Majdak, Dzieje p. 18.

[26] Majdak, Dzieje, p. 16-19.

[27] Majdak, Dzieje p.19-59. B. Majdak, Prowincja MB Częstochowskiej, in Odnowić wszystko w Chrystusie. 75-lecie Orionistów w Polsce, B.Majdak. Warszawa 1999, p.9.

[28] Diventato successivamente cardinale, ne parlava così: “Ho avuto questa gioia di essermi incontrato molto presto con l’Opera degli orionini in territorio polacco. È stato già il vescovo Zdzitowiecki che aveva accettato gli orionini a Zduńska Wola e dopo a Włocławek. Prima si sono stabiliti in una città degli operai e dopo in una zona dei poveri e dei mendicanti in Grzybów, chiamata nei miei tempi “Grzywno”. Lì, insieme con uno degli orionini organizzavamo un centro pastorale e dopo vi ho benedetto la prima casa degli orionini a Włocławek”; dal discorso del Primate del 28.10.1980 durante l’udienza privata del Santo Padre per il gruppo di pellegrini polacchi in occasione della beatificazione di Don Orione. Il testo in: D.Hyde. Rozbójnik Boży, cit., pp. 139-140).

[29] Sługa Boży kard. Stefan Wyszyński. Red. S.Budzyński, e altri. Warszawa 2000, pp. 425-427.

[30] Aleksandra Kaczmarczyk, I meriti degli orionini per il reinserimento polacco, Warszawa 2000, p.71.

[31] L.Trassati, Il destino passa per Varsavia, Milano 1985. Cap. Pro Papa, pp. 197-203.

[32] Ne tratta più ampiamente: B. Majdak, Wloch, ktory ukochal Polke. Ks. B. Marabotto – Orionista. Slowo – Dziennik Katolicki. N° 109 del 7.06.1995.

[33] Cfr. J. Borowiec - F. Peloso, Ks. Franciszek Drzewiecki, Nr 22666: Światło w ciemnościach Dachau, Małe Dzieło Boskiej Opatrzności – Orioniści, 1999; T. Kaczmarek, F. Peloso, Luci nelle tenebre, I 108 martiri della Chiesa in Polonia: 1939-1945, Varsavia 1999; B. Majdak, Błogosławiony Ksiądz Franciszek Drzewiecki, „Męczennicy 1939-1945”, Zeszyt 91, Wydawnictwo Duszpasterstwa Rolników, Włocławek 2001; F. Peloso, Szkoła amboną, z której głosi się wiarę i katedrą cywilizacji, in Błogosławiony Franciszek Drzewiecki patronem szkoły, Włocławek 2001.

[34] Listy ks. Orione p. 434; Scritti 32, 130.

[35] Cfr. B. Miśkiewicz, Schronisko Zgromadzenia Małego Dzieła Boskiej Opatrzności – Orioniści im. Ks. Franciszka Drzewieckiego dla bezdomnych mężczyzn w Henrykowie i jego podopieczni, Łódź 1998.

[36] P. Nitecki, Biskupi Kościoła w Polsce w latach 1965-1999, Warszawa 2000, colonna 68. K.R. Prokop. Biskupi Kościoła Katolickiego w III Rzeczypospolitej, Kraków [1998]. pp. 27-28.

[37] P.Raina, Arcybiskup Dąbrowski, rozmowy watykańskie. Warszawa 2001. p.145.

[38] Sono le seguenti posizioni: P.Raina, Rozmowy z władzami PRL: Arcybiskup Dąbrowski w służbie Kościoła i Narodu, T. 1: 1970-1981. T. 2: 1982-1989, Warszawa 1995; P.Raina. Wizyty apostolskie Jana Pawła II w Polsce – Rozmowy przygotowawcze: Watykan – PRL – Episkopat. Warszawa 1997; P.Raina. Stolica Apostolska reguluje organizację kościelną na Ziemiach Zachodznich i Północnych Polski. Olsztyn 1998; P.Raina. Troska o internowanych: Interwencje Arcybiskupa Dąbrowskiego u gen. Kiszczaka, 1982-1989. Warszawa 1999; P.Raina. Cele polityki władz PRL wobec Watykanu. Warszawa 2001; s. Maryla Koper, Wojciech Świątkiewicz, Obrońca Kościoła i Narodu, Wydawnictwo Sióstr Loretanek, Warszawa 1998; s. Jana Płaska, Abp Bronisław Dąbrowski, Wydawnictwo Archidiecezji Warszawskiej, Warszawa 1998; AA.VV. red. J. Płaska, Był dobry, jak chleb: Abp Bronisław Dąbrowski, Warszawa 1998.

[39] P.Raina, Abp Dąbrowski, rozmowy watykańskie, Warszawa. 2001. p. 57.

[40] K.Piłatowicz, Don Orione e la Polonia, Op. cit. p. 4.

[41] Cfr. Comunicato del Primato della Polonia, in J. Borowiec, Polska pielgrzymka do Rzymu na beatyfikację Księdza Orione, Zduńska Wola 2002, p. 168.

[42] I testi di ambedue discorsi in D.Hyde, Rozbójnik Boży, cit., pp. 137-144.

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