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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Roma, Basilica di San Paolo: Don Orione guida la Via Crucis nel luglio 1933, Giubileo della Redenzione

Cenni storici e valore spirituale. Ne parla Don Orione.

CENNI STORICI SULLA VIA CRUCIS

L’inizio del pio esercizio è riconducibile a San Francesco d'Assisi e alla tradizione francescana che hanno promosso la rappresentazione popolare dei misteri di Cristo come espressione di devozione e partecipazione spirituale, soprattutto dei poveri e dei semplici. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva.
Fu diffusa anche dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta.

La Via Crucis come serie di quattordici quadri-episodi – come la conosciamo oggi - si affermò in Spagna nella prima metà del XVII secolo, prima nelle chiese dei Francescani e poi estesa da Clemente XII, nel 1731, anche nelle altre chiese.  

Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia.

Oggi tutte le chiese cattoliche collocano la "Via Crucis" sulle pareti interne. La Chiesa cattolica applica al pio esercizio della Via Crucis l'indulgenza plenaria.

 

LE STAZIONI DELLA VIA CRUCIS

  1. Gesù è condannato a morte
  2. Gesù è caricato della croce
  3. Gesù cade per la prima volta
  4. Gesù incontra sua Madre
  5. Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene
  6. Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
  7. Gesù cade per la seconda volta
  8. Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme
  9. Gesù cade per la terza volta
  10. Gesù è spogliato delle vesti
  11. Gesù è inchiodato sulla croce
  12. Gesù muore in croce
  13. Gesù è deposto dalla croce
  14. Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro

Nota 1. A volte la Via Crucis viene terminata con una 15ma stazione, la Risurrezione di Gesù. Chi la aggiunge lo fa nell'idea che la preghiera cristiana nella contemplazione della passione non può fermarsi alla morte, ma deve guardare al di là, allo sbocco di cui i Vangeli ci parlano, alla risurrezione. La tendenza è però quella di evitare tale stazione, e di limitarsi ad annunciare la risurrezione in una qualche riflessione o preghiera finale, in maniera che la Via Crucis rimanga una meditazione della passione.

Nota 2. Il carattere devozionale di alcune delle stazioni tradizionali, da una parte, e l'assenza di momenti significativi dei racconti evangelici, dall'altra, hanno portato a elaborare schemi alternativi di Via Crucis, articolate secondo il Vangelo.

 

DON ORIONE PARLA DELLA VIA CRUCIS

Don Orione vedeva il pio esercizio della Via Crucis come un simbolo della sequela di Gesù che, come tale, riguarda tutta la vita del cristiano, chiamato a “seguire Cristo e Cristo crocifisso”: “Chi vuol venire dietro a me, dimentichi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua”.

Don Orione osservava cheMolta gente è disposta a seguire Gesù fino alla moltiplicazione dei pani, o sul Monte Tabor o anche fino al Cenacolo, ma pochi lo amano e lo seguono fino alla croce e crocifissi con lui. Cristo si ama e si serve in croce e crocifissi con lui o non lo si ama e si segue affatto”.

Il 9 febbraio 1932, Don Orione invitò a partecipare alla Via Crucis nel Santuario della Madonna della Guardia di Tortona: “Fratelli, venite e vedete se v’è dolore simile al dolore e alla morte di Gesù in Croce: venite, e sentite tutta la divina grandezza del suo amore e della sua misericordia per noi!”.

Egli raccomandava: “Fate la via Crucis, fatela con spirito di vera pietà e di penitenza, la farete tutti i Venerdì per penetrarvi il cuore e le ossa dello spirito di penitenza, cercando di sentire il grande amore da cui era infiammato il Cuore di Nostro Signore quando faceva la via dolorosa della Croce.

Si sa che quando morì erano le ore tre del dopo pranzo, cioè l’ora nona e fu crocifisso all’ora sesta, che era il mezzogiorno. Pensiamo al grande amore con cui Gesù compie la nostra Redenzione, pensiamo ai suoi dolori, alle sue pene, alla sua agonia e morte di Croce ed infiammiamoci di amor di Dio.

Santa Teresa diceva che non c’è legno più adatto ad accendere il cuore del santo amore che il legno della Santa Croce. Facciamo bene la Via crucis, cerchiamo di penetrare bene i misteri della passione di Gesù, diamo a Lui tutta la nostra vita. Ha tanto sofferto… ed è morto per noi!”.  

Don Flavio Peloso

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