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LE PICCOLE SUORE MISSIONARIE DELLA CARITA': testo del discorso tenuto da Don Giuseppe Masiero (Milano 1930 – Caracas 1991), superiore generale dei Figli della Divina Provvidenza, a Tortona, il 29 giugno 1990, in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario della fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità. " /> Messaggi Don Orione
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Autore: GIUSEPPE MASIERO
Pubblicato in: Messaggi di Don Orione, n. 104, anno33, 2001, p. 25-34.

LE PICCOLE SUORE MISSIONARIE DELLA CARITA': testo del discorso tenuto da Don Giuseppe Masiero (Milano 1930 – Caracas 1991), superiore generale dei Figli della Divina Provvidenza, a Tortona, il 29 giugno 1990, in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario della fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.

LE PICCOLE SUORE MISSIONARIE DELLA CARITÀ

Giuseppe Masiero


Alcune notizie della storia delle Piccole Suore Missionarie della Carità raccontate dallo stesso Don Orione. E' la storia, scritta dal cuore ardente del nostro Fon­datore e dal sacrificio di tante vite, che meglio di ogni altra riflessio­ne ci offre i motivi più veri del ringrazia­mento a Dio, a Don Orione e alle Piccole Suore Missionarie della Carità in questo giorno di festa.

Un ramo dell’unica pianta

La famiglia delle Suore è parte integrante, viva, della Famiglia orionina, la Piccola Opera della Divina Provvidenza. E’parte integrante di quello che fu il "sogno" di Don Orione, diventato poi la realtà della Piccola Opera della Divina Provvidenza nella vita della Chiesa. I "sogni" generalmente non vengono registrati nelle pagine di storia, non entrano a far parte della storia, fatta di concretezza. Eppure, la prima notizia della storia delle Piccole Suore Missionarie della Carità ci ricollega proprio ad un "sogno" di Don Orione, un sogno un po' speciale nel quale egli riconobbe sempre un evento concreto del Signore: una rivelazione.

Don Orione aveva 21 anni. Gli era stato ordinato di chiudere l'Oratorio, ne aveva messo la chiave nelle mani della statua della Madonna; si era ritirato, alla sera, nella sua cameretta... e sognò la Madonna.
"La Madonna stringeva, col suo braccio destro, Gesù Bambino. Era di una bellezza indescrivibile, vestita di una veste candidissima... Ed ecco il bel manto, dal bell'azzurro, cominciò ad allargarsi... già non si distin­guevano i confini. Anche il cielo scomparve; al posto del cielo, solo si vedeva il manto azzurro della Madonna. Ed ecco apparire chiare, sotto il manto, tante, tante teste, tutte di ragazzi, che giocavano e si divertivano. Erano ragazzi di diversi colori: di color bianco, di color nero, di colore come il rame, che andavano perdendosi nell'immenso della pianura, e il loro numero s'andava straor­dinariamente moltiplicando... E, fra essi, vidi molti dell'oratorio, ed altri, in numero incalcolabile, che io non conoscevo; e si moltiplicavano; fino a sembrare tutto un formicolare: ragazzi, chierici, sacerdoti, suore... La Madonna si volse a me, indicandomeli. E si udì, da tutta quella massa, il canto dolcissimo, il canto del 'Magnificat' ...". [1]

Il progetto di Dio su Don Orione fu una 'rivelazione' che annunciava una storia della quale solo il tempo avrebbe mostrato, poco alla volta, la verità.[2] Sta di fatto che, se le Suore apparvero nella storia orionina solo nel 1915, esse erano già presenti, sorprendentemente, in quel sogno del 1893.
Don Orione non dimenticò mai quel sogno, e non dimenticò che sotto il manto della Madonna vi erano anche le Suore. Il tempo della fondazione maturò poi lentamente.[3] Nel frattempo, Don Orione raccolse preziose indicazioni durante i suoi primi vent'anni di vita sacerdotale e religiosa.

Egli stesso ci dà notizia di un episodio che fu particolarmente importante: l'incontro con Suor Maria Benedetta Frey, avvenuto nel 1913.[4] Si trattava di una monaca contemplativa di Viterbo che le grandi sofferenze e il tanto amore di Dio avevano qualificato come vera serva di Dio. "Mi dia quello straccio" - disse a Don Orione la monaca di Viterbo, additandogli uno strofinaccio dimenticato su un tavolo. Lo strapazzò un poco fra le mani e poi confortò Don Orione a tenersi come uno straccio nelle mani del Signore e a lasciarsi condurre dalla Divina Provvidenza. E aggiunse: "Quando lei fonderà una Congregazione di religiose, dica loro che dovranno essere come stracci...". "Da quel giorno - proseguiva a raccontare Don Orione - io fui perseguitato dall'idea di fondare una congregazione femminile...". [5]

Infatti, tra il 1913 e il 1915 si fanno più frequenti gli accenni alla fondazione delle Suore fino a diventare un concreto progetto. A confermare Don Orione nel suo proposito giunse un altro fatto non comune. Don Orione lo raccontò ai suoi Religiosi riuniti a Villa Moffa, il 17 agosto 1914, dopo aver comuni­cato loro l'avvenuto acquisto della casa di San Bernardino che egli aveva intenzione di destinare ad accogliere il primo grup­petto di "buone figliole" desiderose di consacrarsi. Si tratta del sogno-visione del Sacro Cuore. A Don Orione parve "di entrare a San Bernardino e nell'atrio vi era la statua del Cuore di Gesù ed intorno era scritto; 'Questa è la casa donde partiranno le mie misericordie'".[6]"Non sò se sia sogno o visione - disse poi Don Orione, ma - apparve, apparve, apparve".[7]
Don Orione riconobbe in questo fatto una assicurazione divina del bene che sarebbe derivato dalla fondazione dell'I­stituto di Suore.

I poveri inizi e lo sviluppo

I poveri inizi del nuovo Istituto sono noti e furono sigillati dal quel famoso telegramma del 27 giugno 1915 alla Giuseppina Valdettaro che, giustamente, è conside­rato come il documento ufficiale di nascita della Congregazione. "Prenda benedizione Bouvier - rechisi lunedì Tortona - passerà festa Apostoli in casetta San Bernardino - così aprendola poveramente ripartirà trenta giugno - con una compagna e due vecchi - iniziare ricovero Ameno - Cuore di Gesù e Maria benedicano - Orione". [8]
Ascoltiamo come Don Orione diede l'annuncio della fonda­zione della prima comunità di Suore ai suoi Confratelli riuniti a Montebello il 13 agosto 1915. "Da parecchio tempo, parecchie buone figliuole aspettano per farsi Suore... La casa di San Bernardino fu comperata da un benefattore e offerta a noi. Fu accettata volentieri affinché fosse culla delle figliuole come lo fu dei Figli della Divina Provvidenza. Fine delle Suore è lo stesso nostro: 'attaccamen­to alla Santa Sede', avranno le stesse Costituzioni". [9]

La casa di San Bernardino andò popolandosi di altre giovani che si preparavano alla scuola della povertà, del sacrificio totale di sé, della fiducia nella Divina Provvi­denza. Nel giro di 5-6 anni sorsero comunità di Suore orionine in varie parti d'Italia: a Como, a S. Sebastiano Curone, a Genova-Quezzi, a Bra, a Venezia, a Prunella Calabra, a Reggio Calabria, a Roma.
Delle Suore, Don Orione parlò al Papa Benedetto XV nel 1920, ottenendo una parola di conforto e di benedizione per esse.
Egli curò la loro formazione con una presenza paterna e forte fatta di esempi, di insegnamenti e di direttive pratiche che diedero l'impronta tipica e originale alla nuova Congregazione. Il primo vero e proprio Noviziato regolare si ebbe solamente nel 1923.

La Congregazione si diffuse rapidamente. Nel 1924 a Genova iniziarono le attività del Piccolo Cottolengo. Nel 1927 prese vita la Comunità delle suore Sacramentine adoratrici non vedenti. Nel 1928 arrivarono in Italia le prime Postulanti provenienti dalla Polonia. Nel 1930 Don Orione lanciò le sue coraggiose Suore nel campo missionario inviandole in Argentina. Nel 1934 ci fu la prima fondazione in Polonia.

Nel 1935 Don Orione, in Argentina, scrisse i primi due fondamentali capitoli delle Costituzioni delle Piccole Suore Missionarie della Carità e, prescrivendo per loro un "IV voto di carità", indicava chiaramente lo spirito e la finalità della Congregazione.
"Suo fine particolare e speciale poi è l'esercizio della carità verso i prossimi, massime col consacrare la vita a portare alla conoscenza e all'amore di Gesù Cristo, del Suo Vicario, il dolce Cristo in terra, il Romano Pontefice, e della Santa Chiesa, i piccoli figli del popolo e i poveri più lontani da Dio o più abbando­nati, mediante l'insegnamento della dottrina cristiana e la pratica delle Opere evangeliche della misericordia". [10]
Queste date e tappe segnano il passaggio dal "sogno" alla "realtà" per quanto riguarda la fondazione della Congregazione femminile orionina.

Don Orione le presentava così

Ritengo cosa bella e utile dar voce ad alcune espressioni con le quali il nostro Fondatore parlava ai suoi Figli della Divina Provvidenza delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Sono testi tratti qua e la, dalle conversazioni e dagli scritti di Don Orione.

Diceva, ad esempio, l'11 ottobre 1939, quasi al termine della sua vita, quindi esprimendo un giudizio confortato dalla sua lunga esperienza: "Io conosco molte Comunità di Suore, ma vi dico che le nostre Suore sono Suore lavoratrici per eccellenza. Sono su di giorno e di notte. Se non ci fossero le Suore, non ci sarebbero i Piccoli Cottolengo (...). Non fate loro confidenze, ma usate loro carità come spose di Cristo, benché non abbiano tutta quella apparenza esteriore che hanno le altre Suore". [11]

Verso le Suore, Don Orione suggeriva spesso ai suoi religiosi atteggiamenti fatti di cordialità, stima e rispetto che voleva uniti a tanta delicatezza nel tratto. Leggiamo alcuni stralci di "appunti" di Don Orione al riguardo.
"Le Suore meritano attenzione, rispetto, venerazione. Trattarle con riserbo, rispetto e anche riconoscenza. Prestano l'opera loro con spirito di sacrificio; evitate ogni maniera sgarbata, ogni espressione indelicata o imperiosa. Trattarle con carità dis­simulando i dispiace­ri che alcuna avesse cagionato e fare il sordo, il cieco e il muto, a tempo debito, quando trattasi della nostra perso­na". [12]
"Con le Suore: rispetto, ma alla larga. Loro a destra e noi a sinistra. Un nostro sacerdote disse: «Noi siamo fratelli e sorelle» ed io gli ho piantato due occhi addosso che forse erano più brutti di quelli del diavolo". [13]

Don Orione, riportando buone notizie degli sviluppi delle attività delle Suore, stimolava lo spirito di famiglia e una santa emulazione nei loro confronti. Ricordava, per esempio, che "(In Argentina) in pochi anni di missione hanno aperto asili, e le Suore sono più poche, ma fanno più di noi".[14] E ancora: "L'Arcivescovo di Buenos Aires ha domandato le Suore per la economia della casa. Sono cose che ci devono fare molto piacere, perché le Suore sono un ramo dell'Opera...". [15]
Faceva notare che "le nostre Suore sono mal vestite" e aggiungeva: "Questo (del vestito), l'ho fatto apposta, giacché la donna è sempre un po' portata verso la vanità di questo mondo. Ma è un fatto che, a volte, sotto questi stracci, si nascondono delle anime elette". [16]
Avendo bisogno di un professore per il collegio 'Dante', Don Orione trovò a San Bernardino una Suora, addetta ai più umili uffici di casa che aveva nel baule un diploma di dottoressa, firmato dal Pascoli, dottoressa in lettere. E concludeva: "Vedete?! Pertanto inchinate la testa allorché incontrate le Suore, giacché sono anime generose, capaci di grandi sacrifici e che operano un grande bene nel campo della carità. Con esse poche parole, nessuna confiden­za... ma rispetto e stima sempre per le loro virtù". [17]

Don Orione aveva sovente parole di elogio nei riguardi delle Suore, ben conoscendone le virtù e i sacrifici affrontati per il Signore. Non mancava a volte di additarle ad esempio invitando i suoi figli, come diceva San Paolo, a "gareggiare nello stimarvi a vicenda".
"Un terzo di quelle buone Suore (del Paverano) si sono ammalate per il troppo lavoro (...). E noi tante volte guardiamo le Suore dall'alto in basso perché abbiamo un libro sotto il braccio, perché ci sembra di sapere quattro 'cuius', senza pensare che sono loro a mandare avanti la casa; che sono loro, con le loro preghiere e col loro sacrificio, che ci tirano addosso le benedizio­ni di Dio (...)". [18]
Un'altra volta si compiaceva della loro pronta generosità: "Ho chiesto delle Suore per Indianapolis… e subito ho avuto più di 40 domande. (...) Tra le Suore abbiamo delle eroine, per cui il più grande sforzo è tenerle ferme e moderate".[19]

Nel fuoco della carità

Dopo aver ascoltato queste parole, fa una certa impressione venire a sapere che, vivente Don Orione, tra il 1915 e il 1940, sono morte 28 Suore delle quali ben 17 tra i 17 e i 35 anni di età e altre 8 tra i 35 e i 45 anni; solo 3 avevano superato i 50 anni. Va tenuto in conto che la Congregazione era fatta soprattutto di giovani, e che la tubercolosi ne diradava le file, ma certo un contesto di sacrificio, di povertà, di molto lavoro dovette contribuire a creare un clima ardimentoso, di vero 'martirio della carità in quella prima generazione di Suore.

Suor Maria Plautilla,[20] Suor Maria Bontà,[21] Suor Maria Tarcisia dell’Incarnazione,[22] Suor Maria Stanislaa sono alcuni tipici esempi di quella valorosa schiera.
D'altronde parole quali "martirio, vittime, olocausto, consumazione di sè", e simili, erano comuni nel sentire e nel parlare di Don Orione; risuonavano frequentemente nei suoi scritti, nelle prediche, nei fervorini e nelle conferenze formative alle Suore, come anche ai suoi chierici e religiosi.

Leggiamo in proposito un prezioso frammento di lettera che testimonia di quel clima di generosità eroica presente tra le Suore dei primi tempi, ispirato e 'moderato' da Don Orione.
Si tratta di una lettera scritta dal nostro Fondatore in risposta ad una Suora che aveva chiesto il permesso di andare ad assistere i malati in una epidemia.
"Buone figliuole del Signore (sempre così chiamava le sue Suore), ho ricevuto oggi qui la vostra buona lettera. Sono contento: fate del bene... spargete la carità di Gesù Cristo. Con la carità, piacerete al Signo­re, vi santificherete, salverete le anime, vi guadagnerete il Paradiso e Iddio sarà sempre con voi. Senza carità, se anche faceste dei miracoli, non sareste del Signore, sareste prive del suo vero spirito e non vi salvereste, e non salvereste le anime. Fate pure le infermiere, sono più che contento: fate anche le spazzine della strada, basta fare opere di carità e amare voi il Signore e farlo amare dagli altri. Vi benedico e servite Nostro Signore nei malati. Oh come sarò mai contento se saprò che avete fatto tanto bene, con spirito di umiltà, di abnegazione, di sacrificio, facen­dovi le serve delle malate e come figlie delle malate più vecchie di voi. Benedico tutte e ciascuna nel Signore e in Maria SS.". [23]

Queste parole del nostro Fondatore, come anche gli eroismi degli inizi della nostra famiglia orionina, risvegliano in tutti noi i sentimenti più profondi e più veri che ci aiutano ad andare avanti: la gratitudine a Dio, il desiderio di santità, la comunione fraterna, un più forte spirito di sacrificio nell'apostolato della carità, il proposito di fedeltà e di perseveranza negli ideali della nostra vocazio­ne. "Nostro Signore vi conforti di ogni grazia, e avanti in umiltà, preghiera, carità, compatimento reciproco e spirito di sacrificio. Dio pagherà tutto". [24]


N O T E
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* Il testo è di Don Giuseppe Masiero, mentre le note bibliografiche sono della "Redazione di Messaggi di Don Orione". Il testo fu pubblicato anche in Piccole Suore Missionarie della Carità, Ed. Velar, Bergamo 1995.

[1] Alle PSMC 7-8.

[2] Cfr. M.C. Pilota, “Pianta unica ma con diversi rami, tutti vivificati dalla stessa linfa” in Laici con Don Orione, Ed. Don Orione, Roma, 1998, pp. 45-53.

[3] A. Lanza, Una famiglia a lungo desiderata. La fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, Messaggi di Don Orione 27(1995) n.89.

[4] F. Agostini, Croce lunga e luminosa. La serva di Dio Donna Maria Benedetta Frey, Ed. Monastero della Visitazione, Viterbo, 1973, p.243-244 e 256-258. [5] Alle PSMC, 23-24.

[6] Archivio Don Orione (ADO), Riunioni 31.

[7] ADO, Parola X, 240.

[8] Cfr. A. Lanza, Don Orione e le Piccole Suore Missionarie della Carità o.c., 43-46; Alle PSMC 16-17.

[9] Riunioni 44-45.

[10] Manoscritto del 12 settembre 1935 riportato in AA.VV. Sui Passi di Don Orione, Ed. Dehoniane, Bologna 1996, pp. 297-298.

[11] Parola 11.10.39; XI 154.

[12] ADO, Scritti 7.2.21; 55 61.

[13] Riunioni 164.

[14] Parola 7.11.33; V 279.

[15] Riunioni 164.

[16] Parola 18.9.1930, IV 347.

[17] Parola 18.9.1930; IV,347.

[18] Parola 1.11.33; V 274.

[19] Parola 1.8.34; VI,140.

[20] I. Terzi, Suor Maria Plautilla. L’”incarnazione della carità”, Ed. Don Orione, Tortona 1986.

[21] I. Terzi, Suor Maria Bontà Bonalumi. Un nome simbolo di vita, Ed. Don Orione, Tortona 1988.

[22] Luce nelle tenebre. Madre Maria Tarcisia dell’Incarnazione, a cura di A. Gemma, Ed. Piccole Suore Missionarie della Carità, Roma 1972; E. Rocca, Madre Maria Tarcisia dell’Incarnazione, sacramentina non vedente, Ed. Don Orione, Tortona 1979.

[23] Scritti 67, 180.

[24] Parola 4.3.1935; 27,122.


 

BIBLIOGRAFIA



Alcuni links:

Piccole Suore Missionarie della Carità

Contemplative di Gesù Crocifisso

Sacramentine adoratrici non vedenti


* Don Orione alle Piccole Suore Missionarie della Carità (II ed.), Tip. San Giuseppe, Tortona, 1979.
E' una ricostruzione storico-spirituale della storia e identità della Congregazione tessuta con testi di Don Orione.

* Antonio Lanza, Don Orione e le Piccole Suore Missionarie della Carità (1900-1940), (pro-manoscritto), Roma 1996.
Studio storico bene documentato, quasi una cronaca degli sviluppi della Congregazione fino al 1940, anno della morte del Fondatore.

* “Messaggi di Don Orione” 33(2001) n.104.
L’intero Quaderno è dedicato alle Piccole Suore Missionarie della Carità con i seguenti contributi: Editoriale, Il carisma orionino al femminile, p.3-4; Maria Alicja Kedziora, “Come stracci”. L’obbedienza sacrificale nella spiritualità di Don Orione, p.5-33; Maria Priscila Oliveira, La Serva di Dio Maria Benedetta Frey, la suora dello “straccio”,p.35-43; Maria Irene Bizzotto, Scritti della serva di Dio Suor Maria Plautilla, p.45-70; Maria Gabriela Stachurska, La Famiglia Orionina durante l'occupazione in Polonia, p.71-80; José Saraiva Martins, La vita non è mai una disgrazia La vita non è mai una disgrazia (Omelia al Piccolo Cottolengo di Tortona), p.81-84.

Lanza Antonio, Una famiglia a lungo desiderata. La fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, "Messaggi di Don Orione" 27(1995) n.89.

AA.VV., Sui passi di Don Orione. Sussidio per la formazione al carisma, Ed. Dehoniane, Bologna, 1997.

 

 

 

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