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Messaggi Don Orione
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Testo tratto da discorso di Don Flavio Peloso del 28 gennaio 2016.

Roma, 28 gennaio 2016

 

     Nella meditazione di Isaia 52, 7-9, abbiamo individuato nella figura di “sentinelle e messaggeri di lieti annunzi” l’atteggiamento e la missione di Consacrate nel mondo e nell’ISO di oggi.

 

 

     La sentinella è quella che anche in una situazione difficile e desolata scruta i segni del futuro perché sa che c’è futuro perché c’è Dio misericordioso e provvidente nella storia.

     Il messaggero è colui che conosce e viene riempito dal fatto bello (vangelo) e salvifico della provvidenza di Dio e questo gli mette la gioia e le ali ai piedi per annuncialo agli altri.

     Conservare la coscienza e il ruolo di “sentinelle e messaggeri di lieti annunzi” è indispensabile per ciascuna di voi, chiamata a “stare nel mondo e con i mezzi del mondo”. Tutta la vostra gioia di vita, la novità, il sale e il lievito sta nel fatto bello (vangelo) di cui fate esperienza e che vi dà occhi per vedere e piedi per annunciare il cammino di Dio nella storia personale, quotidiana, d’Istituto, della Chiesa e del mondo.

     Anche l’identità e la prosperità dell’Istituto dipenderà da quelle che hanno più “esperienza di Dio” dalla quale nasce la gioia nella propria vita, il gusto di stare insieme, l’urgenza di annunciare la vita bella e salvata dalla provvidenza e per misericordia di Dio.

    Questa è la vostra vocazione condivisa nell’Istituto Secolare Orionino. Siamo chiamati a “fare memoria grata del passato, abbracciare il futuro con speranza e vivere il presente con passione” (Papa Francesco ai Consacrati).

 

    CHI SIETE OGGI

     Oggi voi costituite l’Istituto Secolare Orionino che è nato da una intuizione di Don Orione, già presente nella prima regola manoscritta del 1904, da un progetto ispirato alla volontà della Chiesa circa gli Istituti Secolari (Pio XII, Provvida Mater Ecclesia, 1947), e da una decisione autorevole della congregazione dei Figli della Divina Provvidenza, espressa nel Capitolo generale 1958 e nella successiva lettera del 1959 di Don Pensa, superiore generale.

     Oggi voi siete 140 donne consacrate, organizzate in tre gruppi regionali sufficientemente solidi e numerosi (Italia, Argentina e Brasile), con presenze minori in altre nazioni (Uruguay, Cile, Polonia, Costa d’Avorio).

     Oggi siete un Istituto che ha buona identità e struttura di consacrazione, secolarità, orioninità. L’Istituto non è cresciuto molto dall’approvazione del 1997 ad oggi, ma si sono inserite vocazioni giovani e secondo le caratteristiche di Istituto Secolare.

     Mi pare ancora di dire che, oggi, siete un Istituto che ha acquistato credito in seno alla Piccola Opera della Divina Provvidenza. Siete un soggetto della Famiglia orionina in quanto Istituto Secolare, in relazione e distinto da Religiosi (FDP e PSMC) e dal Movimento Laicale Orionino: partecipate come ISO ad assemblee, capitoli, iniziative.

     Oggi, siete ancora un Istituto fragile, per la breve tradizione di vita, per il numero esiguo di membri, per le poche risorse economiche che rendono difficili le dinamiche di promozione vocazionale e di formazione, di incontro tra i membri e di contatto con le Responsabili.

 

    NOTE DI STORIA

            Può essere utile qualche notizia di storia, soprattutto per le sorelle giunte all’Istituto Secolare Orionino solo di recente.

  • Già negli anni '50, nella Congregazione orionina, si voleva iniziare la forma di consacrazione laicale e secolare. Se ne parlò al Capitolo generale del 1958 e, con lettera dell’8 luglio 1959,  il superiore generale Don Carlo Pensa diede l'incarico a Don Gaetano Piccinini di studiare e di avviare la costituzione di gruppi di laiche consacrate.
  • Venne preparato uno statuto, guardando alle linee della Provida Mater Ecclesia (2.2.1947). Con una lettera del 14 luglio 1961, l'abate Emmanuele Caronti, Visitatore Apostolico, lodò il primo abbozzo di Regolamento aggiungendovi alcune osservazioni.
  • Nel ventennio tra gli anni cinquanta e settanta ci fu tutto un fiorire di iniziative di piccoli gruppi promossi separatamente da vari sacerdoti orionini nelle diverse nazioni. Tra i promotori dell’Istituto Secolare sono ricordati i nomi di G. Piccinini, Don Plutino, P. Stefani, G. Pirani, I. Terzi e altri in Italia; R. Tonoli, Gino Carradori, José Baldussi in Argentina; Antonio Pagliaro e G. Barbieri in Brasile.
  • Il 7 novembre 1973, giunse il riconoscimento delle “Volontarie di Don Orione” come "Pia Unione", cioè associazione di laiche consacrate, da parte di Mons. E. Valerii, vescovo di Avezzano.
  • Dopo un ventennio di sviluppo piuttosto spontaneo e diversificato, il superiore generale, Don Giuseppe Masiero, che fu assistente generale dal 1981, cercò di collegare i gruppi presenti in Italia, Argentina, Brasile, e indicò al nuovo assistente generale Don Flavio Peloso – lettera del 15.9.1991 - che era ormai maturo il tempo per l'unità e approvazione dell'Istituto Secolare. Chiese di promuovere il riconoscimento canonico dell’Istituto Secolare Orionino, cercando di includervi anche l’Istituto Maria di Nazaret.
  • La storia attuale dell’ISO comincia con l’Assemblea generale dell'Istituto, tenuta a Buenos Aires l’11-14 agosto 1992. Per la prima volta, si riunivano le consacrate rappresentanti di diverse nazioni e decisero di procedere verso l'approvazione canonica come Istituto Secolare. Fu necessario rivedere lo Statuto della “Pia Unione” del 1973 per trasformarlo in "Regola di Vita" per l’Istituto Secolare, secondo le norme della Chiesa e la spiritualità orionina.
  • Il 3 dicembre 1994, il vescovo di Tortona, Mons. Luigi Bongianino, introdusse la pratica per l'approvazione canonica presso la Congregazione vaticana per gli Istituti di Vita Consacrata. Dopo tre anni, il 13 maggio 1997, il nuovo vescovo di Tortona, Mons. Martino Canessa, firmò il Decreto di erezione dell'Istituto Secolare Orionino Femminile e ne approvò la Regola di Vita.
  • A partire da questa data, inizia la storia attuale dell’Istituto Secolare. Nell’ottobre 1997, si tenne la prima Assemblea generale ordinaria che procedette alla elezione della prima responsabile generale dell’Istituto, Concetta Giallongo, poi riconfermata, nel settembre 2003, in occasione della seconda Assemblea generale. Nel 2009, gli succedette Rita Orrù.

 

    QUANDO VI CONOBBI NEL 1990

     Eravate meno di un centinaio di donne che facevano i tre voti di povertà, castità e obbedienza secondo lo spirito di Don Orione, ma con idea e pratica molto diversa a riguardo della consacrazione. Eravate di status di vita molto diverso, per lo più di età maggiore, alcune secolari “nel mondo” e altre aggregate nelle case della congregazione.

     Le consacrate erano presenti solo in Italia e in Argentina; proprio in quegli anni c’era una ripresa in Brasile, sostenuta da P. José Carlos dos Santos.

     In genere, c’era scarsissima comunicazione tra gruppi della medesima nazione e ancor meno tra diverse nazioni. Fu la responsabile generale Itala Colombo a cominciare i contatti negli anni Ottanta, insieme a Lina Gulino (Argentina) e Aparecida Soares (Brasile).

     Quando vi conobbi, c’era scarso senso di appartenenza a un Istituto di consacrazione;  c’erano persone buone e fervorose che vivevano una consacrazione spirituale, da sole o in gruppetti, legate a vari religiosi.

     In genere, la formazione specifica e la identità di “consacrate” e “secolari” era piuttosto scarsa; anche la proposta vocazionale era incerta. Di fatto, c’erano pochissime vocazioni e quasi nessuna giovane.

     Ricordo anche il poco credito presso la Famiglia orionina, religiosi e suore. Le “Volontarie di Don Orione” era un tema quasi d’obbligo nei capitoli e assemblee, ma veniva risolto con qualche battuta rapida e poca convinzione.

 

   INDICAZIONI PER IL FUTURO

     Il futuro è nelle mani della Divina Provvidenza, perché la vocazione è “grazia” e l’Istituto è un’opera di Dio. Comunque, per animare la vostra responsabilità, raccolgo alcune indicazioni pratiche che potranno aiutare il cammino futuro.

Responsabile e Consiglio generale

     Il Consiglio generale, nelle attuali situazioni (poco tempo disponibile, limitata libertà di movimento, conoscenza limitata di tutti i membri, tante spese e poco denaro disponibile, lingue diverse e comunicazione difficile, ecc.) è in difficoltà nello svolgere i compiti affidategli dalla Regola di vita.

     Il Consiglio generale può e deve svolgere i compiti essenziali di: 1) segno di unità di tutto l’ISO; 2) stimolo e garanzia della attuazione della Regola di Vita; 3) collegamento e iniziative comuni tra i gruppi regionali; 4) rappresentanza dell’ISO a Roma presso gli organismi centrali della Chiesa, degli Istituti Secolari, della Famiglia Orionina.

Responsabile e Consiglio regionale

     I Consigli regionali dovranno avere molta unione e intraprendenza perché sono quelli che determinano più direttamente la vita dell’Istituto. Promozione vocazionale, formazione iniziale e permanente dipendono quasi del tutto l’attività a livello regionale (nazionale). Se c’è la possibilità, a qualche Consiglio generale conviene che partecipino anche le Responsabili regionali per informazione e condivisione.

Autonomia economica e servizi nell’Istituto

E’ un problema pratico che rallenta l’efficienza del servizio e della crescita dell’ISO: è una pena ma è così. Non sempre, non tutti i gruppi locali, regionali e lo stesso Consiglio generale hanno le risorse economiche per provvedere ai necessari servizi di comunione e promozione dell’Istituto: viaggi, ritiri, visite delle responsabili, sussidi, ecc. Che fare? Innanzitutto occorre dare con precisione alla cassa comune (art. 115) il contributo personale ordinario (art.114) e, quando possibile, anche straordinario (offerte, eredità, ecc.); occorre attivarsi nella ricerca di risorse e di benefattori. Anche questo serve alla crescita dell’ISO.

Promozione vocazionale e ammissione all’Istituto

Occorrerà continuare ad attuare una seria promozione e selezione delle candidate secondo i valori e criteri propri della vocazione dell’ISO. E’ una vocazione che introduce a uno stato di vita e quindi va fatta quando si sceglie il proprio stato. In questo senso vanno normalmente escluse candidate anziane, vedove, persone solitarie per mentalità e relazioni, persone che non possono o non riescono a relazionarsi nell’Istituto. Qualche eccezione potrà esserci, ma sia ben valutata dalle Responsabili. Solo con una chiara identità e proposta vocazionale si avranno vocazioni di prima scelta e l’Istituto crescerà; diversamente decadrà.

Pratica dei Voti secondo la Regola

I voti hanno un loro contenuto pratico specifico da viversi nella condizione di consacrate secolari. E’ questo quel “qualcosa in più” che fa la differenza del vostro stato. Non si tratta solo di un generico impegno a vivere le virtù di povertà, castità, obbedienza e fedeltà al Papa. Ci si deve impegnare a vivere il contenuto dei voti secondo la Regola di vita. Le modalità di dipendenza nel vivere il voto di obbedienza (art.21-22) e di povertà (art.16) e la pratica del rendiconto (art. 16) e della cassa comune (art. 115) sono elementi caratterizzanti la vita in un Istituto Secolare.

Promozione della “secolarità” della consacrazione

     Sappiamo che ambiente normale di vita e di testimonianza delle consacrate secolari è “nel mondo e con i mezzi del mondo”, “come sale e lievito di santità nel mondo”. La Regola di vita poi aggiunge “in qualche caso, potrà essere richiesto qualche particolare servizio per il bene dell'Istituto, della Famiglia orionina e della Chiesa” (art.44). Occorre evitare di diventare troppo “di sacrestia”, o “volontarie”. Per la salvaguardia della secolarità, come richiesto dai documenti della Chiesa e dalla Regola di vita, occorre coltivare il valore e la pratica del “riserbo” a riguardo della propria consacrazione (art.50).

La qualità della formazione iniziale e permanente

   E’ evidente che il futuro dell’Istituto dipende molto dalla formazione che viene offerta e attuata secondo il vostro “piano formativo”. Sono solito dire ai miei confratelli che i “formatori sono fondatori” della congregazione di domani. Vale anche per voi dell’Istituto Secolare. Così pure non stancatevi di promuovere la formazione permanente con la cura ordinaria di sé (il “progetto personale di vita”!) e con le iniziative comuni di formazione (incontri, esercizi spirituali, ecc.).

Qualche segno missionario “secolare”

    La “missio ad gentes”, sempre in modo secolare, fa bene all’ISO e lo fa anche conoscere. E’ da incrementare il numero di consacrate che – quando ci siano le possibilità – partono per un tempo più o meno prolungato o anche stabilmente per le missioni fuori patria. Si possono anche attuare iniziative di sostegno alle missioni.

Rapporto con la Famiglia Orionina

   Che l’Istituto sia parte della Famiglia Orionina è un grande vantaggio per la fedeltà carismatica, per la promozione delle vocazioni, per l’aiuto nella formazione, per le relazioni più ampie di vita consacrata e di Chiesa. Questo rapporto cordiale, fraterno e fattivo va ricercato e offerto continuamente, senza stancarsi per eventuali difficoltà.

Rapporto nel Movimento Laicale Orionino

Siete laiche e secolari e quindi siete partecipi del MLO a pieno titolo di comunione e di collaborazione. All’interno del MLO, siete anche distinte in quanto consacrate. Praticamente: partecipate a cuore aperto in tutte le iniziative e dinamiche del MLO locale e nazionale, eventualmente anche a livello di responsabilità.

       Concludo qui, carissime sorelle dell’ISO. Teniamoci uniti nella preghiera e nella fedeltà alla vocazione, piccoli e umili nelle mani di Dio. Chiediamo al Signore che voglia aggiungere altre vocazioni di persone che, "da laiche" e "nel mondo", consacrino la loro vita a Dio e ai fratelli nelle vie della carità per "Instaurare omnia in Christo", unendo alla Chiesa e al Papa.

      Don Orione ci esorta: "Non temete: confidate nella Divina Provvidenza e in Maria SS.ma madre di quest'Opera. Il Signore che ha cominciato in voi l'opera buona egli la perfezionerà. Diamoci davvero a Dio, tutti a Dio, che si è dato tutto a noi, formiamo tutti noi stessi su Gesù Cristo crocifisso per formare e rinnovare tutti gli altri: 'Instaurare omnia in Christo' (ricapitolare ogni cosa in Cristo)" (Scritti 6, 5).

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