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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Orionini in soccorso a Villalvernia dopo il bombardamento del 1° dicembre 1944
Autore: Flavio Peloso

Un elenco di persone e pagine di solidarietā degli Orionini durante la Seconda Guerra mondiale.

Il 25 APRILE 1945 segnò la fine della 2a guerra mondiale. E' una data in cui pregare più che festeggiare.

Durante la terribile seconda guerra mondiale persero tutti: stati e popoli, ricchi e poveri, economicamente e umanamente. Furono sacrificate centinaia di migliaia di vittime (senza contare gli stermini operati da nazisti e stalinisti) con quell’”inutile strage”. 

Noi, come Congregazione, cosa possiamo ricordare di quella guerra mondiale?

Credo che possiamo e dobbiamo ricordare soprattutto la carità e l’eroismo di tanti nostri confratelli e suore in molte case e attività, dell’Italia e della Polonia soprattutto.

Penso alle squadre di protezione civile formate da sacerdoti e chierici Tortona. Penso all’intervento provvidenziale per soccorrere morti, feriti e impazziti dopo il bombardamento di Villavernia.

Penso a tutta l’epopea di aiuto agli ebrei, voluta da Don Carlo Sterpi e coordinata da Don Gaetano Piccinini insignito del titolo di "giusto fra le nazioni", e attuata in molte nostre case; di essa è emblematica la vicenda dello scultore Arrigo Minerbi e del nostro confratello don Giuseppe Sorani. Durante la guerra, nelle stesse case si diede asilo e protezione a partigiani, a fascisti e anche a tedeschi in ritirata con l’unico titolo di accoglienza di avere un dolore o di essere in pericolo di vita.

Penso a Don Giuseppe Pollarolo, prete di frontiera, tra i giovani e nelle fabbriche, che, nel 1943, raggiunse Duccio Galimberti sulle montagne e fu cappellano dei partigiani sui monti della resistenza, con il breviario e la cinepresa, mai con il fucile.

Penso alle case e alle tante persone della Congregazione che soffrirono le pene della fame, della paura, dei bombardamenti. A Colonnata di Firenze, a causa di un bombardamento aereo, morirono il chierico Teofilo Tezze e una ventina di orfanelli delle elementari. Sui monti sopra Genova, il 12 aprile 1945, a 20 giorni dalla fine della guerra, morì sotto un bombardamento fratel Luigi Carminati che trascinava rapido il suo solito carretto con cui portava la “provvidenza” al Piccolo Cottolengo di Genova.

Anche la nostra Congregazione ha avuto il suo piccolo olocausto in Polonia. Penso al beato Francesco Drzewiecki, “uomo buono, sacerdote santo che edificava con la sua cortesia e premura”, ucciso nel Lager di Dachau qualche tempo dopo l’uccisione di un altro orionino, Don Robert Szulcewski. Penso alla cinquantina di malate del Piccolo Cottolengo di Wloclawek caricate su un camion, portate in un bosco, uccise e lasciate lì. Le nostre case di Polonia tutte ebbero a soffrire per l'occupazione nazista e la miseria della guerra.

Penso a Don Biagio Marabotto, pioniere orionino in Polonia che, pochi giorni dopo il termine della guerra, il 5 maggio 1945, morì di tifo soccorrendo i soldati ammalati di tifo.

Penso all’eccidio sul Castello di Tortona dove il nostro Don Lorenzo Nicola fu testimone e consolatore impotente davanti agli uomini ma potente con la grazia di Dio.

La liberazione di Roma dall'occupazione nazista fu un momento di gioia a cui è legato il voto dei romani, promosso dagli Orionini, e la statua della Madonnina di Monte Mario.

Ricordo ancora che i nostri Confratelli dovettero venir via in fretta, cacciati da Rodi  (vi si accolsero orfani armeni scampati dal genocidio) dall'Albania, ove ritornarono nel 1993.

Sì, ci sono tanti motivi per ricordare e per pregare in questo 25 aprile, anniversario della fine della seconda guerra mondiale.

Don Flavio Peloso

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