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Messaggi Don Orione
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Matteo 26: 6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. 8 I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? 9 Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!». 10 Ma Gesù, accortosene, disse loro: «Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete.

Lo spreco deplorato da Giuda viene approvato da Gesù. Il gesto di Maria e l’espressione di una fede di un amore profondo che sacrifica Dio quanto ha di più prezioso. Non si può evidentemente farsi forti della parole di Cristo per trascurare i poveri, ma dobbiamo riconoscere in esse una grande verità: “il culto dell’uomo Dio vale più che la lotta a vantaggio dei poveri. C’è come si suol dire, una povertà verticale che ci riguarda tutti, è nostra. Una volta riconosciuta questa povertà si esprime in un gesto gratuito di adorazione, crea lo spazio “ inutile “ della liturgia, offre a Dio le primizie togliendosele di bocca. Nella vita di fede c’è uno spreco inevitabile e amabile, un esaltarsi nel puro nulla: uomini e donne che si sciupano consacrandosi a Dio, tempo perduto nella preghiera. L’adorazione e spreco. Che sarebbe la Chiesa, se la borsa di scarichi o te fosse piena per i poveri e la casa di Betania vuota di profumo?» (Valerio Mannucci).

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