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Pubblicato in: Don Orione oggi

Il valore civile internazionale dell’azione della Santa Sede nel non detto (dalla stampa di regime) sui documenti di WikiLeaks riguardanti il Vaticano e la Chiesa cattolica nel mondo.

Il nuovo anno 2011 si apre con la 44ma giornata mondiale della Pace del 1° gennaio che ha per tema Libertà religiosa, via per la pace. Intendevo presentare una riflessione sull’impegno della Chiesa cattolica per la pace e per il progresso dei popoli allo scopo di reagire con adeguata informazione alle continue insidie ideologiche dei mass media di regime che minano la credibilità del Papa, della Santa Sede e della Chiesa nel suo insieme, soprattutto su temi umani e sociali.

Mi è venuto un assist inaspettato da WikiLeaks. Sì, quel sito ideato dal signor Julian Assange che ha pubblicato un diluvio di documenti riservati, ma autentici, con informazioni vere, imbarazzanti e devastanti per persone e organismi di mezzo mondo, scoperti in loro azioni e commenti spesso in doppio gioco con la realtà. Alla giustizia l’ardua sentenza sulla legittimità e verità dell’operazione WikiLeaks.

Fin dall’inizio, aspettavo le “sorprese” che certamente – mi dicevo - non sarebbero mancate anche a riguardo del Vaticano. Niente, quasi niente di “imbarazzante” è emerso sul Papa e sulla Santa Sede.

La vera sorpresa dei documenti sul Vaticano, numerosi, redatti dai diplomatici americani e pubblicati da WikiLeaks, è stata la mancanza di sorprese. A poco è valso tentare di sviare l’attenzione con la solita azione di zoom mediatico per ingigantire aspetti marginali (“Bertone non parla inglese”, “in “Vaticano c’è arretratezza informatica” e poco altro).

Anzi, dai documenti si scopre con più chiarezza l'opera diplomatica, umanitaria e caritativa della Chiesa cattolica sullo scenario internazionale. A modo loro, i diplomatici americani nei loro rapporti riservati, non di facciata, tessono un quadro molto realistico e ben informato di quanto la Santa Sede e la diplomazia vaticana stanno operando nel mondo. Ma questo i mass media non l’hanno detto.

Matteo Luigi Napolitano, professore di Storia delle Relazioni Internazionali all'Università "G. Marconi" di Roma e delegato internazionale del Pontificio Comitato di Scienze Storiche per i problemi di Storia Contemporanea, ha ricostruito per l’agenzia Zenit (18.12.2010) quanto dicono i documenti dei diplomatici americani di tutto il mondo circa la Santa Sede.

 

Il non detto di quanto detto dai diplomatici americani sulla Santa Sede

“I diplomatici americani notano più volte che il Vaticano è per lo sviluppo del Terzo Mondo e che vuole la cancellazione del debito per i Paesi poveri; notano anche che il Papa vuole il dialogo tra le fedi religiose. Il Papa, per gli americani, è sicuramente "il leader più ampiamente riconosciuto a livello mondiale, insieme al Presidente degli Stati Uniti".

I documenti ci dicono che l’attenzione della Santa Sede per il Medio Oriente è costante: anche se la sua politica non combacia con quella del Presidente Bush. Con l’Amministrazione repubblicana vi è disaccordo anche sulla guerra in Iraq. Colpisce poi quello quel che si legge sulla Cina: "La Santa Sede ha eccellenti fonti di informazione sui dissidenti, sui diritti umani, sulla libertà religiosa e sul controllo governativo sulla popolazione". Lo dice il Dipartimento di Stato, che parla del Vaticano come di un osservatorio privilegiato per conoscere approfonditamente gli affari cinesi.

Anche l’attenzione del Vaticano per l’India è massima, specialmente dopo le violenze anticristiane. In India, leggiamo nelle carte, "il Vaticano, i vescovi locali […] e varie organizzazioni missionarie sono e continueranno a essere osservatori attenti degli abusi sui diritti umani".

La diplomazia pontificia s’interessa anche alla Corea del Nord, dove organizzazioni di soccorso cattoliche visitano periodicamente il paese. Mentre nella regione dei Grandi Laghi il Vaticano si appoggia all’opera della Comunità di Sant’Egidio, che ha "un ruolo importante negli sforzi internazionali per mediare nella crisi".

Cuba è un altro tema d’interesse. Il Vaticano spera in una transizione democratica e attende che Fidel Castro lasci la scena, ma teme in una successione peggiore. A ogni modo, i diplomatici papali pensano che migliori relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti potrebbero ottenere l’effetto di isolare il pericolo rivoluzionario rappresentato da Chávez. Quel che gli americani sanno, comunque, è che "la Chiesa è a Cuba l’unica maggiore istituzione indipendente dal governo".

La differenza di approccio tra Vaticano e Stati Uniti si evidenzia anche nelle critiche continue che il primo rivolge contro "il materialismo e il commercialismo statunitense". Vi sono poi delle attività umanitarie che Washington non ignora. Il Vaticano combatte il traffico di esseri umani ed è contro la pena di morte.

Sulle questioni europee, il Vaticano è favorevole all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea se osserva i parametri di Copenaghen. Si legge che l’allora Cardinale Ratzinger ha espresso alcune riserve su tale adesione. Ma, diventato Papa, anche Ratzinger si mostra non meno deciso del suo predecessore nel favorire la piena partecipazione turca all’Unione Europea

Tra i molti elementi sfuggiti ai più ci sono anche i documenti sull’azione vaticana alle Nazioni Unite, dove la diplomazia vaticana è impegnata a combattere il turismo sessuale, soprattutto quello a danno dei minori, negli aiuti ai Paesi più poveri, nella riforma del sistema degli aiuti umanitari, nella condanna dell’antisemitismo.

E’ persino sfuggito l’atteggiamento dialogante del Papa verso la Spagna di Zapatero. I documenti di WikiLeaks infatti dicono che Benedetto XVI "ha optato per un rispettoso dialogo in merito agli attacchi aperti contro la politica del Governo spagnolo sul matrimonio dei gay, sul divorzio e sull’aborto" e che "la linea d’azione del papa in Spagna è stata più mite di quanto alcuni si aspettassero".

Emerge insomma, da questi dispacci, un immenso prestigio diplomatico. I diplomatici americani ne informano il Presidente Obama: "il Vaticano è secondo solo agli Stati Uniti nel numero di Paesi con cui intrattiene relazioni diplomatiche (188 e 177 rispettivamente)", e il Papa è molto vicino alle posizioni di Obama sui diritti umani e sulla chiusura della prigione di Guantánamo e apprezza l’appoggio del Presidente americano nella difesa della libertà religiosa nel mondo. Benedetto XVI, scrivono da Washington, "gode del rispetto anche dei non cattolici", ed è "un megafono morale che non ha confronti" (Zenit, 18.12.2010).

È un bel bilancio dell’azione della Chiesa e della Santa Sede per il bene dei popoli.

Questi documenti di WikiLeaks, che hanno rivelato doppiezze, inganni, nefandezze di mezzo mondo, riconoscono alla diplomazia vaticana un grande prestigio morale, che non è offuscato dal fatto che il card. Bertone zoppica nell’inglese e che pochi ecclesiastici usano il blackberry. Più che scatenare un uragano, hanno elevato un arcobaleno sul Vaticano.

Fiducia, cari lettori del Don Orione oggi, fiducia e restiamo saldi nella verità e nel bene, fieri di appartenere alla Chiesa di Cristo e unita con Benedetto XVI. Come scrisse Don Orione, “Non è vecchia la Chiesa: ad ogni passo dell’umano progresso essa dà uno sboccio di gioventù; non chiudete alla luce per dire che è buio”.

 

WikiLeaks (dall'inglese "leak", "perdita", "fuga [di notizie]") è un'organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo documenti coperti da segreto e poi li carica sul proprio sito web. Il sito è curato da giornalisti, attivisti, scienziati.  Julian Assange è il principale portavoce di WikiLeaks. Cittadini di ogni parte del mondo sono invitati a inviare  materiale "che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende" tenuti nascosti. L'organizzazione dichiara di verificare l'autenticità del materiale prima di pubblicarlo. 

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