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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Don Flavio Peloso consegna la statuetta della



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SALUTO AL SANTO PADRE

  di Don Flavio Peloso, superiore generale

della Piccola Opera della Divina Provvidenza

Santità,

A nome della Famiglia Orionina, i Figli della Divina Provvidenza – che oggi concludono il loro 13° Capitolo Generale -, le Piccole Suore Missionarie della Carità, l'Istituto Secolare Orionino e il Movimento Laicale Orionino – esprimo la grande gioia per la Sua presenza in mezzo a noi e a questa larga rappresentanza del popolo romano accorso per venerare la statua della Madonnina, ritornata al suo posto e allo splendore originario.

La presenza di Vostra Santità rinnova la partecipazione accorata e devota di Pio XII alle vicende che furono all'origine di questa sacra immagine.

Fu il Santo Padre, giustamente definito defensor civitatis , ad assumere e a sostenere il voto popolare a Maria salus populi romani durante le tristi vicende della seconda guerra mondiale. Il Papa e la Madonna furono i due riferimenti di fiducia e di fraternità civile in anni lontani di trepidazione e di confusione. La Madonna e il Papa continuano oggi ad essere due discrete e potenti forze spirituali nella promozione del bene religioso e civile della Città di Roma.

Che grande gioia potere oggi, qui, unire la Madonna e il Papa in un unico atto di devozione e di amore.

Viva la Madonna!

Viva il Papa!

Nel fare gli onori di casa, non presento e non nomino alcuna persona in particolare, anche se tante meriterebbero. Solo posso affermare che qui ci sono “ tanti cuori attorno al Papa ”. Questo è il titolo con cui celebriamo la Festa del Papa , promossa da Don Orione, e che qui, oggi, attorno alla Sua Persona, ha un'eccezionale espressione di verità e di affetto.

Beatissimo Padre, riceva l'omaggio augurale e di preghiera di tutti noi qui presenti e di quanti, nelle istituzioni orionine sparse nel mondo, sono impegnati, mediante le opere di carità, a “ far sperimentare la Provvidenza di Dio e la Maternità della Chiesa ”.

 

 

BENEDIZIONE DELLA STATUA RESTAURATA
DELLA "MADONNINA" DI MONTE MARIO IN ROMA

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Monte Mario – Roma, Giovedì, 24 giugno 2010

 

Cari fratelli e sorelle,

vorrei in primo luogo salutare cordialmente tutti voi, qui convenuti per l'odierno significativo evento. Su questa collina è tornata a vegliare sulla nostra Città la maestosa statua della Madonna, abbattuta alcuni mesi or sono dalla furia del vento. Saluto innanzitutto il Cardinale Vicario Agostino Vallini e i Vescovi presenti. Un pensiero speciale rivolgo a don Flavio Peloso, rieletto alla guida dell' Opera don Orione , e lo ringrazio per le gentili parole che ha voluto indirizzarmi. Estendo questo saluto ai religiosi partecipanti al 13° Capitolo Generale, a quelli che lavorano in questa Istituzione al servizio dei giovani e dei sofferenti e all'intera famiglia spirituale orionina. Rivolgo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco di Roma, l'on. Gianni Alemanno - oggi è il suo onomastico - : desidero manifestarLe anticipatamente il mio apprezzamento per il Concerto che il Campidoglio mi offrirà la sera del 29 giugno; è un gesto che testimonia l'affetto per il Papa dell'intera città di Roma. Saluto anche le altre autorità civili e militari. Non posso infine non ringraziare di cuore quanti in vario modo hanno contribuito a restituire alla statua della Madonna il suo originale splendore.

Ho accolto volentieri l'invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria “ Salus populi romani ”, raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma. Dalle opere romane di Don Orione partì allora l'iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all'immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma. Come non rinnovare anche oggi con voi, cari amici di Roma, quel gesto di devozione a Maria “ Salus populi romani ” benedicendo questa bella statua?

Gli Orionini la vollero grande e collocata in alto, sovrastante la città, per rendere omaggio alla santità eccelsa della Madre di Dio, la quale, umile in terra, «è stata esaltata al di sopra dei cori angelici nei regni celesti», come disse il Papa Gregorio VII, ( Ad Adelaide di Ungheria ), e per averne, insieme, un segno di familiare presenza nella vita quotidiana. Maria, Madre di Dio e nostra, sia sempre in cima ai vostri pensieri e ai vostri affetti, amabile conforto delle anime vostre, guida sicura delle vostre volontà e sostegno dei vostri passi, ispiratrice suadente dell'imitazione di Gesù Cristo. La “Madonnina” - come amano chiamarla i romani - nel gesto di guardare dall'alto i luoghi della vita familiare, civile e religiosa di Roma, protegga le famiglie, susciti propositi di bene, suggerisca a tutti desideri di cielo. “Guardare al cielo, pregare, e poi avanti con coraggio e lavorare. Ave Maria e avanti!” - esortava san Luigi Orione.

Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità. Per parte loro, gli Orionini realizzarono in questo Centro di Monte Mario, ancor prima della statua, l'accoglienza di mutilatini e di orfani. Il programma di san Luigi Orione - “ Solo la carità salverà il mondo ” - ebbe qui una significativa concretizzazione e divenne un segno di speranza per Roma, unitamente alla Madonnina posta sul colle. Cari fratelli e sorelle, spirituali eredi del Santo della Carità, Luigi Orione! Il Capitolo Generale che si è appena concluso ha avuto come proprio tema questa espressione cara al vostro Fondatore, “ Solo la carità salverà il mondo ”. Benedico il proposito e le decisioni che sono stati adottati per rilanciare quel dinamismo spirituale e apostolico che sempre deve contraddistinguervi.

Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l'amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est , n. 39 ). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio”. Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, “la carità è la migliore apologia della fede cattolica”, “la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza” ( Verbali , 26.11.1930, p.95). Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell'amore provvidente di Dio. Per fare questo - ricorda don Orione - occorre essere “impastati della carità soavissima di Nostro Signore” ( Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché - aggiunge il vostro Fondatore - “anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono” (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).

Cari fratelli e sorelle, grazie ancora per il vostro invito e per la vostra accoglienza. Vi accompagni ogni giorno la materna protezione di Maria, che insieme invochiamo per quanti operano in questo Centro e per l'intera popolazione romana e, mentre a ciascuno assicuro il mio orante ricordo, con affetto tutti vi benedico.

 

 

Discurso que el Papa Benedicto XVI

pronunció durante su visita al Centro Don Orione de Roma, en la cima del Monte Mario,

para bendecir la gran estatua de María Salus populi romani .

Queridos hermanos y hermanas,

quisiera en primer lugar saludaros cordialmente a todos vosotros, reunidos aquí para el significativo acontecimiento de hoy. Sobre esta colina ha vuelto a velar sobre nuestra Ciudad la majestuosa estatua de la Virgen, abatida hace algunos meses por la furia del viento. Saludo ante todo al cardenal vicario Agostino Vallini y a los obispos presentes. Un pensamiento especial dirijo a don Flavio Peloso, reelegido a la guía de la Opera don Orione, y le doy las gracias por las gentiles palabras que ha querido dirigirme. Extiendo este saludo a los religiosos participantes en el 13° Capítulo General, a quienes trabajan en esta Institución al servicio de los jóvenes y de los que sufren y de toda la familia espiritual orionina. Dirijo mi deferente pensamiento al señor alcalde de Roma, hon. Gianni Alemanno: deseo manifestarle anticipadamente mi aprecio por el Concierto que el Campidoglio me ofrecerá la tarde del 29 de junio; es un gesto que atestigua el afecto por el Papa de toda la ciudad de Roma. Saludo también a las demás autoridades civiles y militares. No puedo finalmente no agradecer de corazón a cuantos de diversas formas han contribuido a restituir a la estatua de Nuestra Señora su original esplendor.

Acogí de buen grado la invitación de unirme a vosotros en rendir homenaje a María Salus populi romani, representada en esta maravillosa estatua tan querida al pueblo romano. Estatua que es memoria de acontecimientos dramáticos y providenciales, escritos en la historia y en la conciencia de la Ciudad. De hecho, fue colocada sobre la cima del Monte Mario en 1953, en cumplimiento de un voto popular pronunciado durante la segunda guerra mundial, cuando las hostilidades y las armas hacían temer por la suerte de Roma. De las obras romanas de Don Orione partió entonces la iniciativa de una recogida de firmas para un voto, a la que se adhirieron más de un millón de ciudadanos. El Venerable Pío XII recogió la devota iniciativa del pueblo que se confiaba a María y el voto fue pronunciado el 4 de junio de 1944, ante la imagen de Nuestra Señora del Divino Amor. Precisamente ese día, tuvo lugar la liberación pacífica de Roma. ¿Cómo no renovar también hoy, queridos amigos de Roma, ese gesto de devoción a María "Salus populi romani" bendiciendo esta bella estatua?

Los Orioninos la quisieron grande y colocada en alto, por encima de la ciudad, para rendir homenaje a la santidad excelsa de la Madre de Dios, la cual, humilde en tierra, “fue exaltada por encima de los coros angélicos en los reinos celestiales” (Gregorio VII, Ad Adelaide di Ungheria), y para tener, al mismo tiempo, un signo de presencia familiar suya en la vida cotidiana. Que María, Madre de Dios y nuestra, esté siempre en la cima de vuestros pensamientos y afectos, amable consuelo de vuestras almas, guía segura de vuestras voluntades y apoyo de vuestros pasos, persuasiva inspiradora de la imitación de Jesucristo. Que la Madonnina – como les gusta llamarla a los romanos – en el gesto de mirar desde lo alto los lugares de la vida familiar, civil y religiosa de Roma, proteja a las familias, suscite propósitos de bien, sugiera a todos deseos del cielo. “Mirar al cielo, rezar, y después adelante con valor y trabajar. ¡Ave María y adelante!" – exhortaba san Luis Orione.

En su voto a la Virgen, los romanos, además de prometer oración y devoción, se comprometieron también en obras de caridad. Por su parte, los Orioninos realizaron en este Centro de Monte Mario, aún antes de la estatua, la acogida de pequeños mutilados y huérfanos. El programa de san Luis Orione – Sólo la caridad salvará al mundo – tuvo aquí una concreción significativa y se convirtió en un signo de esperanza para Roma, en unión a la Madonnina puesta sobre la cima. ¡Queridos hermanos y hermanas, herederos espirituales del Santo de la Caridad, Luis Orione! El Capítulo General que acaba de concluirse tuvo como tema propio esta expresión querida por vuestro Fundador, Sólo la caridad salvará al mundo. Bendigo el propósito y las decisiones que se han adoptado para relanzar ese dinamismo espiritual y apostólico que debe siempre distinguiros.

Don Orione vivió de modo lúcido y apasionado la tarea de la Iglesia de vivir el amor para hacer entrar en el mundo la luz de Dios (cfr. Deus Caritas est, n. 39). Dejó esta misión a sus discípulos como vía espiritual y apostólica, convencido de que "la caridad abre los ojos a la fe y hace arder a los corazones de amor hacia Dios". Continuad, queridos Hijos de la Divina Providencia, sobre esta estela carismática iniciada por él, porque, como él decía, “la caridad es la mejor apología de la fe católica”, “la caridad arrastra, la caridad mueve, lleva a la fe y a la esperanza" (Verbali, 26.11.1930, p.95). Las obras de caridad, tanto como actos personales que como servicios a las personas débiles ofrecidos en grandes instituciones, no pueden nunca reducirse a un gesto filantrópico, sino que deben permanecer siempre como expresión tangible del amor providente de Dios. Para hacer esto – recuerda don Orione – es necesario ser “mezclados con al caridad suavísima de Nuestro Señor” (Scritti 70, 231) mediante una vida espiritual auténtica y santa. Solo así es posible pasar de las obras de la caridad a la caridad de las obras, porque – añade vuestro Fundador – “incluso las obras sin la caridad de Dios, que las valore ante él, no valen nada" (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).

Queridos hermanos y hermanas, gracias una vez más por vuestra invitación y por vuestra acogida. Que os acompañe cada día la protección maternal de María, que juntos invocamos por cuantos trabajan en este Centro y por toda la población romana y, mientras aseguro a cada uno mi recuerdo en la oración, os bendigo a todos con afecto.

 

 

Discours que le pape Benoît XVI a prononcé,

lors de la bénédiction de la statue de Marie «  salut du peuple romain  »,

dans le Centre Don Orione, Monte Mario, à Rome.

 

Chers frères et sœurs,

Je voudrais tout d'abord vous saluer tous cordialement, vous qui êtes ici rassemblés pour l'événement significatif d'aujourd'hui. De cette colline a recommencé à veiller sur notre ville la majestueuse statue de la Vierge, qui fut abattue il y a quelques mois par la furie du vent. Je salue tout d'abord le cardinal-vicaire  Agostino Vallini et les évêques présents. J'adresse une pensée spéciale à don Flavio Peloso, réélu à la tête de l'Œuvre de don Orione, et je le remercie des paroles aimables qu'il a bien voulu m'adresser. J'étends ce salut aux religieux qui participent au 13e chapitre général, à ceux qui travaillent dans cette institution au service des jeunes et des personnes qui souffrent et à toute la famille spirituelle de Don Orione. J'adresse une pensée respectueuse au Maire de Rome, M. Gianni Alemanno - c'est aujourd'hui sa fête - : je désire lui exprimer par avance mes remerciements pour le concert que le Capitole m'offrira le soir du 29 juin ; il s'agit d'un geste qui témoigne de l'affection de toute la ville de Rome pour le Pape. Je salue également les autres autorités civiles et militaires. Je ne peux, enfin, que remercier de tout cœur ceux qui de différentes manières ont contribué à redonner à la statue de la Vierge sa splendeur originelle.

J'ai volontiers accueilli l'invitation de m'unir à vous pour rendre hommage à Marie « Salus populi romani », représentée dans cette merveilleuse statue si chère au peuple romain. Une statue qui rappelle des événements dramatiques et providentiels, écrits dans l'histoire et dans la conscience de la ville. En effet, celle-ci fut placée sur la colline du Monte Mario en 1953, pour répondre à un vœu populaire émis lors de la deuxième guerre mondiale, lorsque les hostilités et les armes faisaient craindre pour le destin de Rome. Des Œuvres romaines de Don Orione partit alors l'initiative de recueillir des signatures pour un vœu à la Vierge, auquel adhérèrent plus d'un million d'habitants. Le vénérable Pie XII recueillit la pieuse initiative de la population qui se confiait à Marie et le vœu fut prononcé le 4 juin 1944, devant l'image de la Vierge du Divin Amour. C'est précisément ce jour qu'eut lieu la libération pacifique de Rome. Chers amis de Rome, comment ne pas renouveler aujourd'hui aussi avec vous ce geste de dévotion à Marie « Salus populi romani » en bénissant cette belle statue ?

Les membres de la famille de Don Orione voulurent qu'elle soit grande et placée en hauteur, surplombant la ville, pour rendre hommage à l'éminente sainteté de la Mère de Dieu, qui, humble sur la terre, « a été exaltée au-dessus des chœurs des anges dans les royaumes célestes » comme le disait le Pape Grégoire VII (A Adélaïde de Hongrie), et pour avoir, en même temps, un signe de présence familière dans leur vie quotidienne. Que Marie, Mère de Dieu et notre Mère, soit toujours à la première place dans vos pensées et vos affections, singulier réconfort de vos âmes,  guide sûr de votre volonté et soutien de vos pas, douce inspiratrice de l'imitation de Jésus Christ. Que la « Petite Vierge » - comme les romains aiment l'appeler - dans le geste de regarder d'en-haut les lieux de la vie familiale, civile et religieuse de Rome, protège les familles, suscite des intentions de bien, suggère à tous les désirs du ciel. « Regarder le ciel, prier, et ensuite aller de l'avant avec courage et travailler ! Je vous salue Marie et allons-y ! » exhortait saint Luigi Orione.

Dans leur vœu à la Vierge, les Romains promirent non seulement la prière et la dévotion, mais ils s'engagèrent également dans des œuvres de charité. Quant aux membres de la famille de Don Orione, ils réalisèrent dans ce centre de Monte Mario , avant même la statue, un lieu d'accueil des petits mutilés et des orphelins. Le programme de saint Luigi Orione - « Seule la charité sauvera le monde » - connut ici une concrétisation significative et devint un signe d'espérance pour Rome, en même temps que la petite Vierge placée sur la colline. Chers frères et sœurs, héritiers spirituels du saint de la charité, Luigi Orione, le chapitre général qui vient de se conclure a eu pour thème cette expression chère à votre fondateur, « Seule la charité sauvera le monde ». Je bénis l'intention et les décisions qui ont été adoptées pour relancer ce dynamisme spirituel et apostolique qui doit toujours vous caractériser.

Don Orione vécut de manière lucide et passionnée la tâche de l'Eglise de vivre l'amour pour faire entrer dans le monde la lumière de Dieu (cf. Deus Caritas est, n. 39). Il a laissé cette mission à ses disciples comme chemin spirituel et apostolique, convaincu que « la charité ouvre les yeux à la foi et réchauffe les cœurs d'amour envers Dieu ». Chers fils de la Divine Providence, continuez à avancer dans ce sillage charismatique qu'il a commencé, car, comme il le disait, « la charité est la meilleure apologie de la foi catholique », « la charité entraîne, la charité anime, elle conduit à la foi et à l'espérance » (Verbali, 26.11.1930, p. 95). Les œuvres de charité, que ce soit comme des actes personnels ou comme des services pour les personnes plus faibles dans de grandes institutions, ne peuvent jamais se réduire à des gestes philanthropiques, mais elles doivent toujours rester des expressions tangibles de l'amour providentiel de Dieu. Pour ce faire - rappelle Don Orione - il faut être « pétris de la charité très douce de Notre Seigneur » (Ecrits 70, 231) à travers une vie spirituelle authentique et sainte. Ce n'est qu'ainsi qu'il est possible de passer des œuvres de la charité à la charité des œuvres, car - ajoute votre fondateur - « même les œuvres sans la charité de Dieu, qui les valorise devant lui, ne valent rien » (Aux psmc,  19.6.1920, p. 141).

Chers frères et sœurs, merci encore de votre invitation et de votre accueil. Que vous accompagne chaque jour la protection maternelle de Marie, que nous invoquons ensemble pour ceux qui travaillent dans ce Centre et pour toute la population romaine et, alors que j'assure chacun de mon souvenir dans la prière, je vous bénis tous avec affection.

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